Per quanto il nome potrebbe suggerire tecniche al limite tra scienza e fantascienza quest’ultime risultano particolarmente attuali, o lo risulterebbero se non fossero anche assai pericolose. Questa particolare forma di doping si basa completamente sugli studi di terapia genica ovvero una particolare metodologia nata negli anni ’90 e il cui scopo, inizialmente, era quello di trattare patologie derivate dal malfunzionamento o dall’assenza di uno o più geni.
Le tecniche di terapia genica, e quindi anche quelle del doping genetico, si basano sull’inserzione di materiale genetico modificato all’interno dell’organismo. Questo materiale genetico andrà ad interferire col normale funzionamento di alcuni particolari geni i quali a loro volta codificano la produzione di proteine, ormoni o altre sostanze; questo inserimento viene fatto tramite dei vettori, spesso e volentieri virali.
Se l’iniziale scopo della terapia genica era trattare o curare alcune malattie, il mondo dello sport si è più interessato all’ipotetica possibilità di potenziare gli atleti in alcuni aspetti specifici. La modificazioni di geni particolari può portare alla all’incremento del trasporto d’ossigeno, all’aumento del volume e del numero della fibre muscolari, al non sentire il dolore e altro ancora. In fondo il discorso è semplice, al mondo esistono persone affette da mutazioni genetiche che presentano della particolarità invidiabili, perché non indurle artificialmente?
In realtà la pratica del doping genetico è attualmente inesistente in quanto i rischi associati sono elevati e anche perché molti degli studi sopracitati hanno ancora bisogno di anni prima di arrivare a dimostrare qualcosa di concreto. Gli effetti collaterali di tali pratiche si possono dividere in due gruppi, quelli dati dall’uso del vettore per l’inserimento del materiale genetico e quello dovuto all’interferenza della naturale codifica di un gene.
Il vettore usato, che come detto è spesso un virus, rischia di attivare il sistema immunitario dell’organismo. Nonostante a quest’ultimo venga tolta la carica virale, il DNA, le difese del nostro corpo possono reagire dando vita a reazioni non controllabili che possono anche portare alla morte, la quale avviene di solito per collasso degli organi vitali.
Gli altri effetti, come detto, si basano sull’interferenza con i geni. Modificando geni precisi si può aumentare il trasporto dell’ossigeno aumentando la produzione dei globuli rossi. Una motivazione per fare questo può essere aumentare la resistenza generale di un’atleta in quanto più ossigeno vuol dire più carburante per certi tipi di reazioni chimiche. Ad un aumento dei globuli rossi però corrisponde anche ad un aumento della viscosità del sangue il quale può portare all’ostruzione dei vasi sanguigni che possono portare ad infarti e o ictus.
Altri geni possono portare ad un’ipertrofia e iperplasia dei muscoli, ovvero un aumento delle dimensioni e della quantità di fibre muscolari. Il motivo per volere questo è ovvio, ma questo genere di aumento può portare stress eccessivi alle strutture portanti come legamenti, tendini e ossa. La modificazioni di tali geni può portare anche all’aumento delle dimensioni delle pareti del cuore, che è un muscolo a tutti gli effetti, senza però un adeguato adattamento dell’organo stesso portando a diverse complicazione come l’infarto.
In conclusione le attuali tecniche di modificazione geniche aprono possibilità particolarmente interessanti, ma i rischi della salute che vengono associati rendono le pratiche attualmente pericolosa tanto da evitarle. In un futuro però dove il progresso tecnologico renderà tutto più sicuro allora ci si potranno aspettare degli scenari da fantascienza.
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