News

È la fine del mondo come lo conosciamo, oppure una semplice rivoluzione

Nel lontano – ma non troppo – 1987 i R.E.M. pubblicarono il loro classico protodistopico “It’s The End Of The World As We Know It”. Ora, a distanza di 33 anni, la profezia di quella canzone sta per avverarsi; questo è quanto affermano i ricercatori della Norwegian Business School. Secondo Jorgen Randers, autore principale dello studio e professore emerito di Strategia Climatica, l’umanità ha oltrepassato il punto di non ritorno nel tentativo di fermare lo scioglimento del permafrost usando la riduzione dei gas serra come unico strumento. Questo potrebbe comportare una rivoluzione dell’intero ecosistema.

 

Una rivoluzione che potrebbe portare catastrofi

Lo studioso aggiunge che, se vogliamo interrompere questo processo di fusione, dobbiamo fare qualcosa in più: ad esempio, trovare il modo di aspirare l’anidride carbonica dall’atmosfera e immagazzinarla sottoterra, rendendo così la superficie terrestre più luminosa.

La ricerca, che appare sulla rivista Scientific Reports, lancia un chiaro messaggio di allarme. Noi umani abbiamo già reso la Terra inospitale per noi stessi, ma ancora non ne siamo coscienti. Le temperature più calde mai avvertite dall’inizio della Rivoluzione Industriale, che possono sembrare leggere per l’osservatore medio, hanno scatenato una successione di conseguenze a cascata che saranno fatali per l’umanità.

Secondo i ricercatori, le accese dichiarazioni dei leader aziendali e dei finanziatori sulla riduzione delle emissioni di carbonio e di metano sono insufficienti e arrivano troppo tardi, e le promesse di arrivare a zero entro il 2050 sono soltanto inutili atteggiamenti volti a rassicurare i deboli di mente.

 

Potrebbero esserci delle soluzioni, a patto di intervenire subito

La rivista EcoWatch riferisce che i ricercatori hanno utilizzato il loro modello per prevedere cosa accadrebbe entro il 2500 se gli aumenti delle emissioni si fermassero oggi e se scendessero lentamente a zero entro il 2100. Nel primo scenario, le temperature aumenterebbero ancora fino a circa 2,3 gradi Celsius al di sopra dei livelli preindustriali entro i prossimi 50 anni, per poi risalire nuovamente a partire dal 2150. Entro il 2500, il mondo sarebbe di circa tre gradi Celsius più caldo e il livello del mare salirebbe di circa tre metri. Nel secondo, la temperatura e l’innalzamento del livello del mare si fermerebbero nello stesso punto, ma l’aumento della temperatura sarebbe molto più veloce.

L’unico modo per evitare un cambiamento climatico incontrollabile sarebbe stato smettere di bruciare combustibili fossili tra il 1960 e il 1970, secondo il modello ESCIMO. Per fermare l’aumento delle temperature e del livello del mare, dovremmo rimuovere almeno 33 gigatonnellate di anidride carbonica dall’atmosfera ogni anno, a partire da questo.

Ph. credits: Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Gloria Fiorani

Recent Posts

Amazon: ecco le offerte a cui è impossibile resistere

Siete alla ricerca di offerte tecnologiche vantaggiose? Amazon ha appena lanciato una marea di sconti su tanti prodotti hi-tech! Qualsiasi…

4 Aprile 2025

Il prossimo iPad mini potrebbe avere un display OLED

Il lancio dei nuovi iPad Air e degli iPad base non ferma Apple dal lavorare a nuovi modelli! Secondo quanto…

3 Aprile 2025

Impianto cerebrale con IA restituisce il controllo di un braccio robotico a un uomo paralizzato

Un recente sviluppo nel campo della neurotecnologia ha permesso a un uomo paralizzato di controllare un braccio robotico attraverso un…

3 Aprile 2025

Psichedelici e sessualità: come possono migliorare l’intimità e l’espressione del desiderio

Negli ultimi anni, la ricerca sugli psichedelici ha evidenziato numerosi benefici per la mente e le emozioni, e tra questi…

3 Aprile 2025

Il cazzeggio fa bene: perché perdere tempo stimola la mente

Se pensi che il tempo passato a distrarsi sia tempo sprecato, potresti ricrederti. Secondo diversi studi scientifici, il cazzeggio –…

3 Aprile 2025

Ti distrai spesso al lavoro? La colpa non è del cellulare

Il cellulare è da tempo considerato il principale responsabile della nostra distrazione durante il lavoro. Ma un nuovo studio della…

3 Aprile 2025