L’azoto è un componente chimico molto importante ed il principale costituente dell’aria che respiriamo e che ci circonda.Esso è essenziale per tutti gli organismi viventi, in quanto per esempio costituisce il 3% del corpo umano e comprende il 78% dell’atmosfera terrestre. Però, l’azoto atmosferico non è direttamente utilizzabile dalla maggior parte degli esseri viventi. In natura, infatti, i microbi specializzati nei suoli e nei corpi d’acqua lo convertono in ammoniaca, una forma cruciale a cui la vita può facilmente accedere, attraverso un processo chiamato fissazione dell’azoto. In agricoltura, la soia e altri legumi che facilitano la sua fissazione possono essere piantati per ripristinare la fertilità del suolo.
I ricercatori della Princeton University hanno trovato prove che altri metalli possono facilitare la fissazione dell’azoto, il che suggerisce che il processo potrebbe essere più resistente di quanto si pensasse in precedenza, secondo uno studio pubblicato sulla rivista Proceedings of National Academy of Sciences. Lavorando in un tratto di foresta boreale di 600 Km in Canada, i ricercatori hanno scoperto che la fissazione di esso su scala ecosistemica può anche essere catalizzata dal vanadio metallico (un altro elemento chimico), in particolare nelle regioni settentrionali dove l’azoto non è così illimitato.
“Questo lavoro richiede un’importante revisione della nostra comprensione di come i micronutrienti controllano lo stato e la fertilità dell’azoto dell’ecosistema”, ha affermato l’autore senior Xinning Zhang, assistente professore di geoscienze del Princeton Environmental Institute.
“Dobbiamo sapere di più su come si manifesta la fissazione dell’azoto in termini di budget di nutrienti, ciclismo e biodiversità”, ha affermato. “Una conseguenza di questa scoperta è che le attuali stime della quantità di azoto immessa nelle foreste boreali attraverso la fissazione possono essere significativamente sottovalutate. Questo è un problema importante per la nostra comprensione dei requisiti nutrizionali per gli ecosistemi forestali, che attualmente funzionano come un importante pozzo per antropogenico carbonio.”
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