Un recente studio ha rivelato che le cime innevate dei monti di Plutone potrebbero essersi formate dall’alto verso il basso anziché dal basso verso l’alto: esattamente al contrario di quanto avviene sulla Terra. Nel 2015 il veicolo spaziale New Horizons, della NASA, è giunto su Plutone svelando un paesaggio sorprendentemente complesso e differenziato.
Il veicolo mostra che la superficie ghiacciata di Plutone varia considerevolmente e si suddivide in regioni coperte da diversi tipi di ghiaccio: dal metano congelato al nitrogeno congelato, fino alla più comune acqua ghiacciata. In un’intervista rilasciata alla rivista online Space.com Tanguy Bertrand, autore principale dello studio e planetologo al NASA Ames Research Center di Moffett Field, California, spiega che il sostrato roccioso di Plutone è composto da acqua congelata, così come le montagne ivi presenti.
In particolare, nelle catene montuose di Elcano Montes e Pigafetta Montes, gli scienziati hanno individuato delle cime ghiacciate “considerevolmente simili alle cime innevate delle catene montuose terrestri”, aggiunge Bertrand. Si tratta di un paesaggio mai visto prima in nessun pianeta del sistema solare. L’esatta composizione di questo strato ghiacciato non è ancora chiara. I ricercatori hanno individuato del metano, ma non è ancora noto se si tratti di metano congelato puro, metano congelato disciolto in nitrogeno o una mistura di entrambi. L’incertezza sulla sua composizione ha reso difficile scoprire il modo in cui il ghiaccio si è formato.
Per risolvere il mistero, in questo studio gli scienziati hanno preso in esame i dati provenienti dal veicolo New Horizons, concentrandosi sulla composizione del ghiaccio a grandi altezze. La nuova analisi, secondo quanto afferma Bertrand, mostra la presenza nelle cime innevate dei monti di Plutone di metano congelato quasi puro con tracce di nitrogeno. Inoltre, i ricercatori hanno creato simulazioni ad alta risoluzione del clima di Plutone, concentrando l’esame sulla circolazione del metano attorno al pianeta nano.
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