Dal 2016, i piloti della Drone Racing League hanno gareggiato per stabilire chi fosse in grado di dar volare un “quadricottero”nei cerchi il più velocemente possibile; ma ora si troveranno dinanzi ad una nuova sfida: si chiama RacerAI ed è un drone completamente autonomo, in grado di volare da solo. Nove squadre di programmatori da tutto il mondo hanno lavorato per mesi al fine di trovare il miglior software per controllare RacerAI. Il loro lavoro, insieme al drone stesso, farà la sua comparsa dinanzi al mondo alla Addition Financial Arena di Orlando, in Florida.
Il software deve sfruttare le quattro telecamere del drone, le quattro eliche e il processore Nvidia. RacerAI sembra più un pesce volante o una rapace piuttosto che un drone convenzionale. Il suo telaio a forma di freccia ne esalta lo scopo ultimo: la massima velocità. La gara consiste in percorsi che fanno competere i droni pilotati da computer e il torneo si concluderà il 6 dicembre. “Siamo qui per vedere come la robotica si evolve, andando oltre l’umanità stessa“, ha dichiarato Ryan Gury, capo ingegnere della DRL e designer degli attuali droni da corsa del torneo.
Le competizioni che mettono gli umani contro le macchine possono essere molto avvincenti, tant’è vero che i computer IBM hanno già battuto gli umani a scacchi. Sappiamo tutti che i computer ci superano a mani basse quando si tratta di matematica e ricordare i compleanni, ma è innegabile come riusciamo a subire il fascino di questa perenne sensazione di ammirazione e paura quando ci troviamo dinanzi a dispositivi così “intelligenti”.
Gury è egli stesso un pilota di droni, ma pensa che quelli basati sull’intelligenza artificiale alla fine si dimostreranno superiori. Ma per quando è previsto il sorpasso? “Il 2023 è l’anno della nostra scommessa“, ha detto. “Tutto inizia a cambiare quando vediamo robot che superano gli umani in qualcosa“. Quando i piloti umani pilotano un drone da corsa, un collegamento radio consente loro di vedere il tracciato dalla prospettiva del drone. Con RacerAI, il tutto è demandato al drone stesso, in particolare al suo processore Nvidia Xavier, progettato per veicoli autonomi.
La maggior parte dei droni è a forma di X, con due eliche davanti e due eliche sul retro. RacerAI ha però un aspetto diverso: le eliche sulla parte anteriore, sinistra e destra sono rivolte verso il basso, mentre l’elica posteriore è rivolta verso l’alto. I montanti diagonali collegano l’elica anteriore alle eliche sinistra e destra e ciascuna di queste diagonali monta una coppia di telecamere distanti circa 20 centimetri. Ogni coppia di telecamere può essere utilizzata per vedere in 3D, proprio come gli occhi umani.
I ricercatori possono imparare molto mettendo un computer contro un altro, ma l’ascesa dei piloti robot solleva una nuova domanda per questa Lega, competizione relativamente giovane: la gente si divertirà ad assistere a gare di macchine contro altre macchine? È facile “antropomorfizzare” la prova che i BattleBot affrontano mentre si “picchiano”, ma anche lì, dietro al telecomando c’è un essere umano. Potrebbe perciò più difficile immedesimarsi in un team di programmazione.
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