I denti dei piranha hanno il compito di sgretolare le ossa delle loro prede e sminuzzare la loro carne; ma questi raffinatissimi strumenti di morte tendono a consumarsi col passare del tempo. Dal momento che non hanno modo di affilare i propri denti i piranha li perdono, sicuri che essi ricresceranno e lo faranno più volte durante tutta la loro vita. Una nuova analisi dei denti dei piranha ha però rivelato che la nuova fila di denti resta “in attesa” in una sorta di incubatrice sotto i denti sani, in modo da essere sempre pronti alla caccia.
In questo modo, essi possono tranquillamente continuare a cacciare senza rischiare di farsi trovare sguarniti nel momento sbagliato. Lo studio, pubblicato sulla rivista Evolution and Development, cita anche ricerche precedenti, che hanno da tempo dimostrato che i piranha perdono solo una fila di denti alla volta e che li sostituiscono con nuovi denti più affilati. Ecco perchè gli scienziati non hanno mai trovato un piranha con denti mancanti!
I piranha però non sono gli unici pesci a possedere una simile capacità. Questi pesci sono imparentati con una specie di bizzarri pesci “erbivori” chiamati Pacu, che pure perdono i denti e che allo stesso modo presentano un metabolismo che porta alla loro ricrescita. “Penso che in un certo senso abbiamo trovato una soluzione ad un problema ovvio, ma di cui nessuno si era mai accorto prima“, ha affermato Adam Summers, professore di biologia e scienze acquatiche e della pesca presso i Friday Harbor Laboratories, sull’isola di San Juan.
“I denti“, continua Summers, “formano una sorta di blocco unico, dove tutti sono interconnessi, persi e ricresciuti tutti contemporaneamente. I nuovi denti rimpiazzano quelli vecchi aspettando rinchiusi in una sorta di camera stagna, fino a quando non sono pronti ad emergere. Per questo i piranha non sono mai senza denti, perchè sostituiscono costantemente i denti vecchi con altri nuovi e affilati“. I ricercatori hanno utilizzato una nuova tecnologia di imaging su esemplari di pesci esposti in diversi musei: ciò ha permesso loro di notare effettivamente file di denti in attesa solo sotto i denti più vecchi, all’interno della mascella.
Le nuove osservazioni hanno anche permesso agli scienziati di capire perché i denti vengono sostituiti in questo modo. “Quando un dente si consuma, diventa difficile sostituirne solo uno, proprio perchè essi sono connessi l’uno all’altro“, afferma Matthew Kolmann, autore dello studio e ricercatore presso la George Washington University. “Una volta collegati i denti, se uno di essi viene perduto, diventa una sorta di anello debole di una catena di montaggio: tutti i denti devono lavorare insieme in modo coordinato“. I denti ad incastro possono infatti gestire meglio lo stress conseguente alla masticazione, sostengono i ricercatori.
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