Gli astrofisici spesso elaborano delle teorie alquanto fantasiose, che proprio per questo spesso non sono ben accolte dalla comunità scientifica oppure perchè troppo complesse. Ma una nuova ricerca che suggerisce che l’universo sia in realtà un ambiente chiuso, abbandonando la teoria dell’universo piatto e dell’universo “a ciambella”, quest’ultima forse mai davvero presa in considerazione. Un team internazionale di astronomi, guidato da Eleonora Di Valentino dell’Università di Manchester, ha analizzato una serie di dati raccolti lo scorso anno dal satellite Planck, dell’Agenzia Spaziale Europea.
Contrariamente alla diffusa teoria secondo cui l’universo è piatto, Di Valentino e il suo team sono giunti alla conclusione che l’universo possa essere invece una sfera curva, chiusa ed espandibile. Questa teoria trova il suo fondamento nella teoria della relatività di Albert Einstein e, più specificamente, in un fenomeno noto come “lente gravitazionale”, in cui la gravità arriva a piegare la luce. L’indizio principale dietro l’universo curvo è emerso quando Di Valentino e il suo team hanno analizzato il Cosmic Microwave Background.
Il CMB è la radiazione residua del Big Bang, evento che collochiamo al momento della nascita di tutto ciò che conosciamo. Più semplicemente, potremmo paragonarlo ad una luce fioca che permarrebbe anche se spegnessimo tutte le altre fonti di luce nell’universo. I dati del satellite Planck mostrano che questo fenomeno ha dato vita ad una sorta di anomalia, nota come Alens. “Un universo chiuso può fornire una spiegazione fisica di questo effetto“, hanno scritto i ricercatori.
Tuttavia, individuare dati ed elementi che concretamente possano dare sostegno ad una teoria del genere è più facile a dirsi che a farsi, soprattutto in un campo insidioso come quello dell’astrofisica; infatti, tutto ciò che conosciamo, che abbiamo studiato e analizzato riguardo la forma del nostro universo, conferma che i nostri concetti alla base del modello dell’universo piatto sono corretti. Ad esempio, lo studio sulla materia oscura, che svolgerebbe un ruolo di primo piano nell’espansione dell’universo, non si adatta alla teoria dell’universo curvo.
Una precedente analisi dei dati di Planck del 2018 ha trovato indizi che suggeriscono la plausibilità di un universo curvo, ma gli astrofisici George Efstathiou e Steven Gratton hanno concluso che c’erano “prove evidenti a supporto di un universo spazialmente piatto“. Per ora, quindi, sembra che la teoria dell’universo curvo sia da confutare, ma con nuovi dati e grazie a ricerche sempre più approfondite, col passare del tempo potremmo forse trovare una risposta al grande quesito della forma del nostro universo.
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