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Ecco le cause alla base della sensazione di euforia dei corridori

Quali sono i fattori che scatenano la sensazione di benessere, euforia ed energia dei corridori? Secondo un nuovo studio, che ha coinvolto uomini, donne e tapis roulant, possiamo smettere di attribuire questa sensazione alle endorfine, i naturali antidolorifici oppioidi prodotti dal nostro corpo. Lo studio mostra che i corridori hanno sviluppato una leggera intossicazione, conosciuta come sballo o euforia del corridore, nonostante i ricercatori avessero bloccato la capacità del loro organismo di rispondere alle endorfine, il che suggerisce che esse non avrebbero potuto essere la causa di tale sensazione.

 

Come funziona l’euforia del corridore

Lo studio suggerisce invece che il responsabile di questo fenomeno potrebbe essere un diverso insieme di sostanze biochimiche simili alle versioni interne coltivate in casa della cannabis, meglio conosciuta come marijuana. I risultati ci consentono di conoscere e comprendere meglio il modo in cui la corsa influenza il nostro corpo e la nostra mente, e sollevano interessanti domande sul motivo per cui potremmo aver bisogno di essere sotto effetto di stupefacenti per voler continuare a correre.

Nei sondaggi e negli studi condotti su corridori di lunga distanza esperti, la maggior parte degli atleti coinvolti riferisce di aver sviluppato, almeno qualche volta, uno sballo da corridore moderato. L’esperienza è normalmente caratterizzata da una sensazione di beatitudine, dalla scomparsa dell’ansia e dell’inquietudine dopo circa mezz’ora di corsa. Negli anni ’80, gli esperti avevano iniziato ad attribuire questo effetto alle endorfine, dopo aver notato che i livelli ematici di questi antidolorifici naturali aumentano durante la corsa.

 

Le endorfine potrebbero comunque avere un ruolo nel processo

Più recentemente, tuttavia, altri scienziati sono apparsi scettici, poiché le endorfine non possono attraversare la barriera ematoencefalica a causa della loro struttura molecolare. Quindi, anche se il sangue dei corridori contiene maggiori quantità di endorfine, queste non raggiungeranno il cervello e non altereranno lo stato mentale. Inoltre, secondo studi condotti sugli animali, è improbabile che il cervello stesso produca più endorfine durante l’esercizio fisico.

In un importante studio del 2012, i ricercatori hanno persuaso cani, persone e furetti a correre sul tapis roulant, misurando nel contempo i rispettivi livelli ematici di endocannabinoidi. Mentre i furetti non hanno prodotto maggiori quantità di cannabinoidi durante la corsa, i cani e le persone lo hanno fatto, il che indica che molto probabilmente stavano provando uno sballo da corridore e che questo era riconducibile ai livelli di cannabinoidi.

Quello studio, tuttavia, non ha escluso il ruolo delle endorfine. Il dottor Johannes Fuss, direttore del laboratorio di comportamento umano presso lo University Medical Center di Hamburg-Eppendorf, in Germania, e i suoi colleghi si sono interessati al modo in cui varie attività influenzano il funzionamento interno del cervello e, dopo aver letto lo studio sui furetti e altri studi, hanno deciso di esaminare più da vicino il fenomeno.

 

I sorprendenti risultati sui topi

I ricercatori hanno iniziato a studiare i topi, che sono corridori volenterosi. In uno studio del 2015, hanno bloccato chimicamente l’assorbimento delle endorfine nel cervello degli animali e li hanno spinti a correre, ripetendo l’esperimento per gli endocannabinoidi. Una volta che il loro sistema endocannabinoide è stato disattivato, gli animali hanno terminato la corsa avvertendo la stessa ansia e lo stesso nervosismo che avevano provato all’inizio, il che indica che non avevano avvertito l’euforia del corridore. Tuttavia, una volta bloccate le endorfine, il loro comportamento dopo la corsa era più calmo; sembravano aver sviluppato quella particolare sensazione, anche se le endorfine non erano attive.

Gli scienziati hanno quindi ripetuto l’esperimento sulle persone. Il nuovo studio ha coinvolto 63 corridori esperti, che, dopo gli esami del sangue e la valutazione dello stato di forma, gli esperti hanno diviso in due gruppi: al primo hanno somministrato naloxone, un farmaco che blocca l’assorbimento degli oppioidi, e al secondo un placebo. I volontari hanno quindi corso per 45 minuti e, in un giorno successivo, hanno camminato per la stessa quantità di tempo. Dopo ogni sessione, gli scienziati hanno prelevato il sangue e ripetuto i test psicologici, chiedendo ai volontari se pensavano di aver provato lo sballo del corridore.

La maggior parte ha dichiarato di averlo avvertito durante la corsa, ma non durante la passeggiata, senza differenze tra i gruppi naloxone e placebo. Tutti hanno mostrato aumenti dei livelli ematici di endocannabinoidi dopo la corsa e cambiamenti equivalenti nei loro stati emotivi: la loro euforia dopo la corsa era maggiore e la loro ansia minore, anche se il loro sistema di endorfine era stato inattivato.

 

 

 

Gloria Fiorani

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