Un nuovo studio fornisce una ricostruzione completa di una delle più grandi estinzioni di massa che hanno avuto luogo sul nostro Pianeta, quella avvenuta nel passaggio Permiano-Triassico, ovvero circa 252 milioni di anni fa. Questo evento ha segnato la fine del periodo Permiano e l’inizio del Triassico e decretò la scomparsa di circa tre quarti della vita sulla terraferma e circa il 95% della vita nell’oceano nel giro di poche migliaia di anni.
La causa esatta e la sequenza degli eventi che hanno portato all’estinzione di massa sono rimaste fino ad ora molto dibattute, ma un team di scienziati provenienti da Germania, Italia e Canada, nel quadro del progetto BASE-LiNE Earth finanziato dall’UE e guidato dal Prof.Dr.Anton Eisenhauer del GEOMAR Helmholtz Center for Ocean Research Kiel in collaborazione con l’Helmholtz Center Potsdam GFZ German Research Center per Geosciences, per la prima volta sono stati in grado di ricostruire in modo definitivo l’intera catena di eventi che ha portato a questo sconvolgimento nella vita sulla Terra.
Per realizzare questo studio sono stati analizzati i gusci dei brachiopodi fossili. Come spiega la dottoressa Hana Jurikova, autrice principale dello studio si tratta di “organismi simili alle vongole che esistono sulla Terra da più di 500 milioni di anni. Siamo stati in grado di utilizzare i fossili di brachiopodi ben conservati delle Alpi meridionali per le nostre analisi. Questi animali si depositarono sul fondo dei mari poco profondi dell’Oceano Tetide 252 milioni di anni fa e registrando in loro le condizioni ambientali poco prima e all’inizio dell’estinzione“.
Misurando diversi isotopi di boro nei gusci fossili, il team è stato in grado di tracciare lo sviluppo dei valori del pH nell’antico oceano di 252 milioni di anni fa. Poiché il pH dell’acqua di mare è strettamente legato alla concentrazione di CO2 nell’atmosfera, è stato possibile anche ricostruire la concentrazione di questo gas serra nell’atmosfera terrestre.
I dati ricavati dall’analisi degli isotopo di boro sui gusci e da altre indagini sugli isotopi di carbonio sono poi stati inseriti in un modello geochimico computerizzato per simulare i processi della Terra in atto in quel momento. Dai risultati è emerso un riscaldamento e un’acidificazione degli oceani associati ad altissime concentrazioni di CO2 nell’atmosfera, dovute ad un’intensa attività vulcanica.
Questo fattore ha velocemente provocato una serie inarrestabili di estinzioni per gli organismi marini. Inoltre il rilascio di CO2 ha prodotto anche un aumento delle temperature globali a causa dell’effetto serra.
Inoltre nel corso di qualche migliaio di anni grandi quantità di nutrienti hanno raggiunto gli oceani attraverso fiumi e coste, rendendoli eccessivamente fertilizzati e portando ad un impoverimento dell’ossigeno. La dottoressa Jurikova ha definito l’evento un “crollo, simile ad un domino, dei cicli e dei processi di sostegno vitale interconnessi che ha condotto alla fine alla catastrofica estensione osservata dell’estinzione di massa del Permiano-Triassico”.
Una delle più grandi estinzioni di massa della Terra dunque è stata una rovinosa sequenza di eventi innescata da una straordinariamente intensa attività vulcanica.
Ph. Credit: Di Vassil – Alias Collections., CC BY-SA 3.0,
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