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Epidemia di Ebola in Ruanda: la situazione si aggrava

Alla moglie e alla figlia di un uomo decedute la scorsa settimana è stata diagnosticata la malattia di Ebola, causando il panico tra i funzionari della Repubblica Democratica del Congo. L’episodio costituisce il primo caso di malattia nella città di Goma, al confine con il Ruanda, destando molta preoccupazione tra i medici. Proprio per questo motivo, è iniziato un lungo lavoro di vaccinazione di chiunque possa essere entrato in contatto con l’uomo e la sua famiglia.

 

La famiglia è deceduta a cause delle complicazioni dovute alla malattia di Ebola

Infatti l’uomo è deceduto questo mercoledì, dopo aver trascorso diversi giorni a casa con la sua famiglia che intanto mostrava i primi sintomi di Ebola. I funzionari dicono che l’intera famiglia fosse ad “alto rischio“, ipotizzando che molti altri abbiano contratto la terribile malattia. La Repubblica Democratica del Congo peraltro è alle prese con la seconda più grande epidemia di Ebola della sua storia, che ha causato oltre 1.800 vittime da quando l’epidemia è stata dichiarata, proprio un anno fa.

Il ministro degli Affari Esteri del Ruanda, Olivier Nduhungirehe, ha annunciato la chiusura del confine con la Repubblica Democratica del Congo, solo un giorno dopo essere stato elogiato dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) per averlo tenuto aperto. La presidenza della Repubblica Democratica del Congo ha inoltre condannato la mossa dello Stato confinante. Il Ministero della Salute ruandese ha poi sconsigliato di viaggiare nell’area a meno di rivestire ruoli istituzionali o medici.

 

I confini del Ruanda sono stati chiusi, cosa che potrebbe aggravare la situazione dei paesi confinanti

Sottolineando che la diffusione della malattia risulta essere “molto elevata“, l’OMS ha imposto restrizioni ai viaggi nell’area, aggiungendo che la chiusura delle frontiere spingerebbe le persone ad emigrare, creando flussi migratori incontrollati. L’uomo che è morto la scorsa settimana aveva circa 40 anni e stava tornando in città dalla provincia nord-orientale di Ituri, dove non c’erano stati casi di Ebola confermati dall’ultimo focolaio registrato.

Si pensa che sia stato esposto al virus lungo il percorso di 300 chilometri di ritorno a Goma, dove pare abbia preso diversi taxi e attraversato aree densamente popolate, spostando l’epicentro dell’epidemia. È arrivato a Goma il 13 luglio e ha iniziato a mostrare i sintomi nove giorni dopo. Successivamente, è stato isolato in un centro di trattamento per l’Ebola dopo aver trascorso cinque giorni a casa con la sua famiglia. L’epidemia è stata dichiarata come un’emergenza sanitaria globale dall’OMS e si tratta del quinto caso nella storia.

Nello Giuliano

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