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Il mito indigeno sull’eruzione di due vulcani vicini potrebbe essere la storia più antica del mondo

Un team di scienziati crede che un antico mito degli indigeni australiani Gunditjmara narra eventi reali accaduti decine di migliaia di anni fa. Secondo la storia, quattro esseri giganti sono arrivati ​​nel sud-est dell’Australia molto tempo fa. Tre avanzarono verso altre parti del continente, ma uno si accovacciò sul posto. Il suo corpo divenne un vulcano chiamato Budj Bim e i suoi denti diventarono la lava che il vulcano sputò.

Ora, un team di scienziati afferma che questa storia, raccontata dagli indigeni Gunditjmara, può essere basata su fatti. La storia racconta dell’eruzione di due vulcani vicini, Budj Bim e Tower Hill, situati nella provincia sud-occidentale di Victoria.

Questa attività vulcanica, datata rispettivamente a 36.900 e 36.800 anni fa, sembra riflettersi in menzioni come “la terra e gli alberi danzanti” registrate dagli etnografi nella tradizione orale di Gunditjmara.

 

La terra e gli alberi danzanti

Nell’articolo pubblicato questo mese sulla rivista scientifica Geology, gli autori citano un investigatore che ha studiato la cultura del Gunditjmara, indicando che, per loro, il vulcano era un aspetto creato direttamente da uno dei quattro esseri ancestrali che ha dato loro vita e leggi. Budj Bim rappresenta la fronte, con la lava che viene sputata quando la testa esplode nella terra, formando i suoi denti. In effetti, la descrizione potrebbe essere coerente con la formazione delle montagne del vulcano, che avrebbe dovuto apparire in un periodo molto breve – diverse settimane o mesi.

Le eruzioni potrebbero essere state osservate dagli umani, poiché la popolazione australiana ha iniziato almeno 65.000 anni fa, secondo i ricercatori.

Inoltre, secondo  Erin Matchan, un geologo dell’Università di Melbourne, negli anni ’40, fu scoperta un’ascia di pietra sotto lo strato di lava di Tower Hill, a conferma dell’esistenza di una popolazione nel sito prima dell’evento geologico.

Parlando con la rivista Science, l’archeologo australiano Sean Ulm, che non ha partecipato allo studio, la considera “una proposta interessante per pensare a tradizioni che durano decine di migliaia di anni“, sebbene abbia chiesto di non dare per scontata questa ipotesi, data l’enorme antichità dei fatti.

Questa non è la prima volta che gli scienziati hanno rivelato la capacità della tradizione orale indigena australiana di ricordare eventi accaduti migliaia di anni fa. Nel 2015, uno studio ha dimostrato che 21 gruppi di nativi australiani hanno conservato il ricordo di un’alluvione di parte della costa registrata tra i 7.000 e i 13.000 anni fa.

Federica Vitale

Ho studiato Shakespeare all'Università e mi ritrovo a scrivere di tecnologia, smartphone, robot e accessori hi-tech da anni! La SEO? Per me è maschile, ma la rispetto ugualmente. Quando si suol dire "Sappiamo ciò che siamo ma non quello che potremmo essere" (Amleto, l'atto indovinatelo voi!)

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