L’esopianeta Kepler-1649c ha le stesse dimensioni della Terra e la sua distanza dal suo sole potrebbe essere ideale per la presenza di forme di vita; ma queste potrebbero non essere necessariamente evidenze confortanti. Situato a circa 300 anni luce dalla Terra, Kepler-1649c orbita attorno ad una piccola stella rossa, ma sebbene questa stella non emetta molto calore, il pianeta risulta molto vicino ad essa. L’esopianeta si trova infatti nella zona abitabile del suo sistema solare, dove è più probabile che si formino giacimenti idrici, come oceani, fiumi e mari.
Kepler riceve inoltre un quantitativo di radiazioni solari pari a circa tre quarti di quelle che investono la Terra. Le temperature su questo esopianeta, così come i tipi di radiazioni che lambiscono la sua superficie, dipenderebbero inoltre, almeno parzialmente, dalla sua composizione atmosferica e del suo campo magnetico, aspetti di cui si conosce ancora pochissimo. Per quanto riguarda le sue dimensioni, Kepler è più grande della Terra solo del 6%, elemento che fa sembrare l’esopianeta ancora più simile al nostro.
“Questo mondo alieno, così intrigante e distante, ci dà ancora più speranza che una seconda Terra possa esistere, in attesa di essere trovata“, ha dichiarato Thomas Zurbuchen, amministratore della direzione della missione scientifica della NASA. Ma proprio la vicinanza alla sua stella potrebbe consistere in una minaccia significativa per il pianeta, che potrebbe addirittura fungere da ostacolo per qualsiasi forma di vita che possa mai essersi sviluppata sulla sua superficie.
Kepler-1649c fu scoperto dal veicolo spaziale Keplero, nascosto nell’infinità dei dati da esso raccolti. Un algoritmo automatizzato, chiamato Robovetter, aveva precedentemente esaminato i dati, rilevando strani cali nella luminosità della stella attorno a cui ruota Kepler; questi intervalli di oscuramento potrebbero essere il risultato di un’attività anomala della stella stessa oppure di altri oggetti in transito. Robovetter non aveva infatti inizialmente riconosciuto il pianeta, etichettando l’oscuramento come un “falso positivo“. Ad un secondo esame dei dati però, gli scienziati scoprirono l’esopianeta, che ruota attorno alla sua stella una volta ogni 19 giorni e 12 ore.
Ma Kepler-1649c non è il solo esopianeta del suo sistema solare: esiste un secondo pianeta, Kepler-1649b, scoperto nel 2017, solo l’8% più grande della Terra e il 28% più massiccio, che orbita attorno alla sua stella madre ad una distanza di solo 1/20 di quella tra il Sole e la Terra. “Tra tutti i pianeti senza nome che abbiamo scoperto, questo è particolarmente promettente, non solo perché si trova nella zona abitabile ed è sostanzialmente delle stesse dimensioni della Terra, ma anche per via della sua interazione con la sua stella“, ha detto Andrew Vanderburg, ricercatore dell’Università del Texas ad Austin.
Curiosamente, i tempi necessari a ciascun pianeta per orbitare attorno alla loro stella sono collegati. I dati studiati dai ricercatori potrebbero inoltre aver portato ad una interessante teoria che riguarda i due esopianeti: potrebbe esserci un mondo sconosciuto nascosto tra Kepler-1649b e c. “Questo fattore mette in luce il valore dello studio umano degli esopianeti, anche se le tecniche automatizzate migliorano giorno per giorno e suggeriscono che i pianeti intorno alle stelle nane potrebbero essere più comuni di quelli intorno a stelle più massicce, in proporzione“, hanno scritto i ricercatori.
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