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Esopianeti in diminuzione: un’indagine sul mistero del ridimensionamento planetario

Recenti osservazioni del telescopio spaziale Kepler della NASA hanno fornito nuove prove sul fenomeno di alcuni esopianeti che stanno perdendo la loro atmosfera e riducendosi in dimensioni. Un divario planetario tra super-Terre e sub-Nettuno ha spinto gli scienziati a cercare spiegazioni, e ora sembra che la perdita di massa guidata dal nucleo potrebbe essere la chiave.

Gli astronomi, utilizzando i dati del telescopio spaziale Kepler, hanno individuato esopianeti, come il misterioso TOI-332b, che mostrano una contrazione insolita. Il divario dimensionale tra 1,5 e 2 volte la dimensione della Terra ha intrigato gli scienziati, e l’analisi dei dati ha portato a una possibile spiegazione: la perdita di atmosfera dovuta al nucleo del pianeta.

Il divario planetario, precedentemente considerato un enigma, potrebbe essere il risultato di sub-Nettuno che perdono la loro atmosfera nel corso del tempo. Questa perdita potrebbe verificarsi se il pianeta non possiede la massa sufficiente per mantenere la sua atmosfera. Due possibili meccanismi, la perdita di massa dovuta al combustibile nucleare e la fotoevaporazione, sono stati proposti dagli scienziati, ma il nuovo studio ha fornito prove a sostegno del primo.

La perdita di massa causata dal nucleo avviene quando la radiazione emessa dal nucleo caldo di un pianeta spinge l’atmosfera verso l’esterno nel corso del tempo. Mentre il meccanismo della fotoevaporazione avviene nelle prime fasi di vita di un pianeta, la perdita di massa guidata dal nucleo si verifica molto più tardi, avvicinandosi al miliardo di anni di vita del pianeta.

Osservando stelle più giovani e ammassi stellari specifici, i ricercatori hanno trovato prove che suggeriscono che la fotoevaporazione non si è verificata in quei sistemi, lasciando la perdita di massa guidata dal nucleo come la spiegazione più probabile per il fenomeno osservato. Mentre il mistero del divario dimensionale planetario è stato affrontato in parte, ulteriori studi saranno necessari per una comprensione completa di questo intrigante fenomeno celeste.

Foto di Planet Volumes su Unsplash

Federica Vitale

Ho studiato Shakespeare all'Università e mi ritrovo a scrivere di tecnologia, smartphone, robot e accessori hi-tech da anni! La SEO? Per me è maschile, ma la rispetto ugualmente. Quando si suol dire "Sappiamo ciò che siamo ma non quello che potremmo essere" (Amleto, l'atto indovinatelo voi!)

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