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Un particolare uccello è tornato indietro dall’estinzione: evoluzione iterativa

L’estinzione è un processo naturale che avviene anche senza l’intervento dell’uomo. Ovviamente negli ultimi decenni se ne è sentito parlare sempre più spesso proprio a causa di quello che la nostra civiltà sta facendo all’ecosistema globale, ma è qualcosa che avveniva anche prima della nostra comparsa. Un fenomeno che invece difficilmente si sente nominare è quello dell’evoluzione iterativa la quale potrebbe, come in questo caso, portare alla comparsa di una specie considerata estinta.

Quest’ultimo possiamo inquadrarlo come quel processo di evoluzione che parte da un antenato, ma che può avvenire in momenti diversi. Un esempio può essere proprio quello di un uccello nativo dell’atollo di Aldara, delle isole situate nell’Oceano Pacifico. Questo uccello non era in grado di volare e si estense circa 136.000 anni fa a causa delle acque che in quel periodo avevano sommerso le isole distruggendo tutto. Apparentemente secondo uno studio di alcuni ricercatori dell’Università di Portsmouth tale specie è ritornata.

 

Ritornato dall’estinzione

Dopo quasi 36.000 anni l’acqua si ritirò e le isole si liberarono. Nel frattempo un’altra specie di uccelli, le rotaie, arrivarono in quei territori migrando dalle Mauritius e Reunion. Con il tempo trovarono l’ambiente di loro gradimento e l’assenza di predatori a causa di quello che era successo precedentemente ha favorito la lunga degenza tanto che iniziarono a perdere la capacità di volare.

Sull’isola sono stati trovati dei fossili ed ecco la dichiarazione in merito di uno degli autori dello studio, Julian Hume: “Questi fossili unici forniscono prove inconfutabili del fatto che un membro della famiglia delle rotaie colonizzò l’atollo, molto probabilmente dal Madagascar, e divenne senza fuga indipendentemente in ogni occasione. Le prove fossili qui presentate sono uniche per le rotaie e incarna la capacità di questi uccelli di colonizzare con successo isole isolate e di evolvere senza fuga in più occasioni.”

Giacomo Ampollini

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