Gli esseri umani hanno estratto così tanta acqua sotterranea che, non preoccupa solo nelle aree che potrebbero presto esaurire questa vitale risorsa, ma sta letteralmente modificando l’assetto dell’intero Pianeta. La massiva estrazione di acqua dal sottosuolo è infatti molto probabilmente la causa dello spostamento dei poli della Terra.
Il cambiamento nell’inclinazione della Terra può infatti essere misurato osservando i cambiamenti nelle posizioni dei poli nord e sud, che, secondo un nuovo studio, si sono spostati di quasi 80 centimetri in 17 anni.
Come tutto ciò che ruota, anche la rotazione della Terra dipende dalla distribuzione della sua massa. Se si sposta la massa al centro, allora la Terra accelera la sua rotazione, se invece si sposta all’esterno, la rotazione rallenta per mantenere il momento angolare. Se invece la massa viene spostata solo da un lato, l’inclinazione della Terra cambierà per compensare.
Proprio per questo motivo, la movimentazione di trilioni di tonnellate d’acqua, potrebbe aver avuto un certo effetto sull’assetto del nostro Pianeta. Nel 2021 gli scienziati hanno attribuito un cambiamento nell’inclinazione della Terra allo scioglimento delle calotte polari, ma questo nuovo studio mostra che c’è un altro responsabile: l’estrazione delle acque sotterranee.
Sia questo studio, che quello del 2021, si basano sui dati del Gravity Recovery and Climate Experiment (GRACE), una missione gestita in collaborazione da Germania e USA, che traccia la gravità dei punti del pianeta mentre passa sopra di essi. GRACE è operativo dal 2002, ma grazie al suo lavoro abbiamo potuto creare un’immagine della rotazione della Terra fin dagli anni ’80.
Sappiamo che i poli della Terra si sono spostati rispetto ai continenti e che la velocità ha subito un cambio di direzione ed un’accelerazione drammatica a metà degli anni ’90. Ciò è stato attribuito a grandi quantità di scioglimento dei ghiacci polari e all’innalzamento del livello del mare, che ha causato una ridistribuzione della massa all’equatore.
Qualcosa di simile, ma più complicato, accade quando le acque sotterranee vengono estratte. Sebbene l’acqua sia inizialmente utilizzata principalmente per l’agricoltura o l’industria locale, una volta portata in superficie gran parte di essa evapora o finisce nei fiumi, arrivando in fine negli oceani.
Grazie ai dati di GRACE i ricercatori hanno stabilito che “il polo di rotazione della Terra in realtà cambia molto. Il nostro studio mostra che tra le cause legate al clima, la ridistribuzione delle acque sotterranee ha effettivamente il maggiore impatto sulla deriva del polo di rotazione”, come afferma Ki-Weon Seo della National University, un degli autori principali dello studio.
Seo ed i suoi colleghi hanno modellato il modo in cui i poli si sarebbero spostati rispetto ai continenti basandosi solo sullo scioglimento dei ghiacci. Come anticipato, questo non corrispondeva alle osservazioni, quindi hanno aggiunto vari scenari per l’estrazione delle acque sotterranee.
Quando hanno utilizzato una cifra stimata in precedenza di 2.150 gigatonnellate, il modello corrispondeva molto alla realtà. Senza questo effetto, il polo terrestre avrebbe puntato 78,5 cm a ovest rispetto a dove si trova, una velocità di movimento di 4,4 cm all’anno, simile alla velocità con cui si muovono i continenti. Il polo si sta dirigendo verso l’Islanda, invece che verso la Groenlandia centrale come sarebbe altrimenti.
L’estrazione delle acque sotterranee è più difficile da modellare rispetto allo scioglimento dei ghiacci, poiché è più diffusa. Tuttavia, la maggior parte dell’acqua pompata durante questosi concentra principalmente in due regioni del mondo: gli Stati Uniti occidentali e l’India settentrionale, che si trovano a latitudini simili.
Secondo i ricercatori un eccessivo spostamento dell’asse della Terra, potrebbe finire con l’alterare le stagioni. Ma la cosa che spaventa di più i ricercatori è come i risultati mostrano palesemente ciò che sino ad ora era solo un sospetto, ovvero la velocità con cui stiamo consumando la nostra risorsa più importante.
Foto di Arek Socha da Pixabay
Fonte: Geophysical Research Letters
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