L’evoluzione per come la conosciamo noi, per quanto sia ritenuta valida, è ancora una teoria visto che per il metodo scientifico mancano alcuni aspetti concreti. A riprova di questo c’è il fatto che non molta probabilità molto degli alberi evolutivi degli animali costruiti negli sono sbagliati. Secondo un nuovo studio infatti ci si è concentrati sull’aspetto sbagliato ovvero l’anatomia piuttosto che le sequenze geniche.
Uno sbaglio per certi versi comprensibile. La teoria dell’evoluzione è nata con Darwin e da colleghi che ne hanno seguito le orme. Gli strumenti dell’epoca hanno permesso tale studio solo attraverso proprio le differenze o le somiglianze anatomiche. Nei decenni questa cosa non è cambiata, ma questo ha portato a creare alberi non veritieri. Con la tecnologia a disposizione si può riscrivere molti di questi.
Le parole dei ricercatori del Milner Center for Evolution dell’Università di Bath: “Da oltre cento anni classifichiamo gli organismi in base a come appaiono e sono messi insieme anatomicamente, ma i dati molecolari spesso ci raccontano una storia piuttosto diversa. “Il nostro studio dimostra statisticamente che se si costruisce un albero evolutivo di animali basato sui loro dati molecolari, spesso si adatta molto meglio alla loro distribuzione geografica. Ad esempio, piccoli toporagni elefanti, oritteropi, elefanti, talpe dorate e lamantini nuotatori provengono tutti dallo stesso grande ramo dell’evoluzione dei mammiferi, nonostante sembrino completamente diversi l’uno dall’altro.
Un aspetto preso in considerazione anche prima è l‘evoluzione convergente dove sostanzialmente due specie diverse finiscono per acquisire un tratto simile. Apparentemente tale processo è molto più comune e da qui sono partiti quindi molti errori di valutazione.
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