Tutti ricorderemo il 2020 come un anno di stravolgimenti e di sconvolgimenti della vita di moltissime persone e aspettiamo con impazienza la sua conclusione. Tuttavia, forse per immortalare in noi un monito a cambiare prospettiva, Mark Zuckerberg ha intenzione di riepilogare il 2020 su Facebook tramite la rassegna “Year in Review”, con cui ripercorre i principali eventi, i personaggi e gli argomenti di discussione che hanno generato il maggior numero di dibattiti.
In occasione del primo lockdown, dopo l’iniziale smarrimento, tutti noi ci siamo affidati ai sistemi di messaggistica come Whatsapp e Messenger per compensare la solitudine derivante dal distanziamento sociale e abbiamo raddoppiato le telefonate, video o tradizionali: nel solo mese di marzo le chiamate di gruppo sono aumentate di oltre il 1000%.
Oltre a interessare le modalità di interazione, dunque, il mutamento ha riguardato anche il tempo che abbiamo trascorso utilizzando le app di Facebook e il modo in cui le abbiamo usate. Un buon esempio è dato dalle dirette, o live, o dai gruppi. Questi ultimi si sono rivelati utilissimi per fornire supporto durante le fasi critiche dell’emergenza, coinvolgendo oltre 3 milioni di italiani nel mese di aprile.
È interessante fare una sintesi dei momenti salienti di questo turbolento 2020 e di alcune delle conseguenze che il Covid-19 ha avuto per il mondo dei social. Il messaggio che ha inizialmente unito oltre 4 milioni di persone in tutto il mondo su Facebook è la celebre espressione “Andrà tutto bene”, anche come hashtag, a cui hanno fatto seguito “Io resto a casa” e “Musica che unisce”. Quest’ultima indica una maratona musicale che ha visto protagonisti artisti famosi per raccogliere fondi a favore della Protezione Civile, iniziativa dal grande valore sociale.
Proprio le raccolte fondi hanno avuto un ruolo importante su Facebook e hanno dato un chiaro segnale dell’empatia e della capacità di sostenerci a vicenda. Le più importanti sono quella a sostegno della Croce Rossa e quella in favore dell’ospedale Sacco. Per quanto riguarda gli eventi e i gruppi di Facebook, si sono rivelati fondamentali per organizzare iniziative benefiche e di supporto in favore delle persone più colpite da questa calamità. Fra i principali vi sono il Gruppo Uniti Contro Il Virus, punto di incontro e di scambio di idee, e il Flash Mob Applaudiamo l’Italia, iniziativa ideata per incoraggiarci a distanza nei momenti peggiori.
Naturalmente, sono numerosissimi i video e le fotografie condivisi in questo lungo periodo che si sono diffusi a macchia d’olio; uno dei più tristemente rappresentativi è quello che ritrae una colonna di mezzi dell’Esercito che trasporta le bare dei defunti per coronavirus nella martoriata Bergamo. Fra le foto, colpisce particolarmente l’immagine di Elena Pagliarini, infermiera dell’ospedale Maggiore di Cremona, a cui sono seguite molte altre di suoi colleghi. Si tratta, nel complesso, di un inquietante ma realistico spaccato di una società che la pandemia ha colpito nel profondo.
Tuttavia, il 2020 su Facebook non è soltanto l’anno del coronavirus. Molti altri eventi degni di nota si sono succeduti: prendiamo ad esempio le proteste di Hong Kong, l’esplosione di Beirut e il discusso concerto di Andrea Bocelli da piazza del Duomo di Milano, trasmesso in streaming. Da segnalare inoltre l’importantissimo movimento Black Lives Matter, nato in seguito alla barbara uccisione di George Floyd. Nelle tre settimane successive a questo episodio, in tutto il mondo le discussioni su questo argomento sono triplicate, tanto da suscitare circa 7,5 milioni di menzioni nel solo Facebook. Anche in Italia la partecipazione è stata altissima e ha portato alla nascita di manifestazioni come I can’t breathe Protesta Pacifica a Roma.
Il 2020 è stato anche l’anno della scomparsa di diverse celebrità, figure importanti per il pubblico che le seguiva con affetto. Parliamo, ad esempio, di Ezio Bosso, Ennio Morricone, Kobe Bryant, Luis Sepulveda e Jarabe de Palo. Infine, tra gli eventi relativi alla fede che hanno suscitato il maggior numero di dibattiti vi sono la celebrazione urbi et orbi che il Papa ha svolto il 27 marzo in una deserta piazza San Pietro e, nello stesso mese, la diretta Facebook dell’Angelus.
Ph. credits: Foto di Simon Steinberger da Pixabay
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