Il fango, chiamato anche comunemente come melma, è una miscela di sedimenti fini e acqua, una delle sostanze più comuni sulla Terra. Non proprio un solido, non proprio liquido, esso ricopre i fondali dei nostri laghi, fiumi e mari. Aiuta a formare enormi pianure alluvionali, delta fluviali e piane di marea che immagazzinano grandi quantità di carbonio e sostanze nutritive e supportano comunità vivaci di persone, flora e fauna. Ma è anche un assassino: le colate seppelliscono migliaia di persone ogni anno. Esso ha una storia molto antica, ovviamente, ma con continui cambiamenti, soprattutto dovuti a noi esseri umani.
La Terra è stata un pianeta fangoso per 4 miliardi di anni, da quando l’acqua è diventata abbondante. Ma il modo in cui si forma e si muove è cambiato radicalmente. Circa 500 milioni di anni fa, l’arrivo di piante terrestri aumentò la scomposizione della roccia in particelle fini, rallentò il deflusso e stabilizzò i sedimenti, consentendo a spessi strati di fango di accumularsi nelle valli dei fiumi. Nel tempo, molti depositi di fango si sono induriti in mudrock, la roccia più abbondante nella documentazione geologica, rappresentando circa la metà di tutte le formazioni sedimentarie.
Ora, gli esseri umani sono una forza dominante nel mondo del fango. I processi industriali hanno iniziato a produrre enormi quantità di nuove forme di fango, rifiuti di miniere e fabbriche, che è carico di composti tossici e spesso immagazzinato dietro dighe che possono guastarsi, scatenando torrenti mortali. Nonostante la sua ubiquità, il fango custodisce ancora misteri. I biologi, ad esempio, stanno appena iniziando a cogliere il vasto serraglio di organismi che vivono nel fango e svelare i notevoli adattamenti che consentono loro di far fronte a sfide speciali, come la mancanza di ossigeno. E i biogeochimici sono ancora alle prese con l’immenso ruolo che il fango gioca nel ciclo del carbonio, e quindi nell’influenzare il clima globale.
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