Gli ologrammi sono una realtà tecnologica a cui si pensa già dagli anni Ottanta. Gli ologrammi sono fotografie tridimensionali ottenute tramite la tecnologia laser grazie alla quale si proietta l’immagine desiderata.
La tecnica usata è l’olografia tramite la quale si imprime in una lastra o pellicola il fascio di luce originato da un laser. La luce può essere ritoccata in modo da essere ingrandita da più lenti (tecnica usata prevalentemente) o anche separata direttamente dalla sorgente. Grazie all’interferenza ottica ogni parte dell’immagine contiene tutta l’informazione del laser.
Già da qualche tempo stanno andando molto i concerti olografici. Sono normali concerti live di cantanti scomparsi che i loro fan vorrebbero rivedere in concerto. Inizialmente si aveva il terrore di un brutto impatto etico quindi i primi concerti con questa tecnica sono stati semplicemente dei duetti tra un artista ancora in vita e uno deceduto. E’ celebre infatti il duetto tra Witney Houston e Christina Aguilera oppure anche Brian May ex chitarrista dei Queen di nuovo affianco al suo Freddie Mercury.
Altre esibizioni importanti sono Michael Jackson sul suo trono d’oro, Maria Callas nei suoi bellissimi abiti, Elivis Presley col suo celebre movimento pelvico e l’amatissima Amy Whinehouse. Per le tecniche dobbiamo ringraziare l’azienda americana Ologram che riproducono olograficamente le immagini registrate. Inoltre c’è stata una grande richiesta del pubblico e della musica industriale. Anche l’Italia ha partecipato a questa brillante tecnica. Durante Sanremo 2018 infatti i brani di Mina sono stati organizzati tutti con la tecnica dell’ologramma.
Inizialmente sembrava un’idea macabra e un po’ scaltra ma alla fine è un modo originale e sentimentale per far rivivere la memoria di bravissimi cantanti scomparsi.
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