Il fegato, tra i diversi organi del nostro corpo, è quello conosciuto anche principalmente per la sorprendente capacità di rigenerarsi, di curarsi. Per esempio, anche se se ne perde la metà, e molto di più, può ricrescere del tutto. Ovviamente ci vuole del tempo e ci sono anche danni che rende difficile tale capacità, come l’abuso di alcol o l’obesità.
Quando il danno è eccessivo cosa si può fare? Solamente un trapianto, aspetto che da un lato potrebbe risultare facile grazie alla capacità di rigenerarsi, ma che dall’altro i sistemi sanitari hanno visto una riduzione della donazione. Da qui viene la necessità di cercare di trovare trattamenti in grado di favorire ancora di più la rigenerazione. E di recente alcuni ricercatori hanno trovato qualcosa di importante.
Dopo due decenni di studi, dei ricercatori hanno trovato un gruppo di proteine chiamate Wnts che svolgono proprio un ruolo nella capacità di rigenerarsi del fegato. Nello specifico, ce ne sono un paio presenti nelle cellule endoteliali dei vasi sanguigni in quella che viene definita zona 3 dell’organo, Wnt2 Wnt9b. Nonostante siano esterni, svolgono un ruolo chiave e la loro assenza porta l’interruzione totale della capacità di curarsi da solo.
Da questo punto, i ricercatori hanno provato un farmaco in alcuni cavie di laboratorio, topi che non presentavano proprio queste proteine. Con delle dosi ben precise gli esemplari sono stati in grado di rigenerare i danni al fegato. Una passo importante che se reso adatto all’uomo potrebbe portare a evitare interventi invasi in molti pazienti.
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