Arrivano da Greenpeace delle immagini agghiaccianti che ritraggono la foce del fiume Sarno, immortalando l’enorme quantitativo di plastica che il fiume riversa nel Mar Tirreno. Le foto sono state scattate da Greenpeace e Castalia nell’ambito del Tour MayDaySOSPlastica.
Il Sarno è un fiume della Campania che, anche se corto (solo 24 km di lunghezza), ha un bacino molto esteso, ovvero circa 500 km². Una volta navigabile e pescoso, considerato una divinità nell’antichità è ora tristemente conosciuto per essere uno dei corsi d’acqua più inquinati d’Europa.
L’area marina della foce del fiume è completamente invasa da rifiuti di ogni genere, per la maggior parte in plastica. Bottiglie, cannucce, imballaggi, flaconi, lattine e bombolette, bicchieri, polistirolo, parti di oggetti in plastica dura e ogni altra sorta di sozzura che l’essere umano è in grado di produrre e riversare nell’ambiente a cuor leggero.
Quello che ci si trova davanti in questa zona è stato definito da spiega Giuseppe Ungherese, responsabile della campagna contro l’inquinamento di Greenpeace Italia, “uno scenario scioccante. Enormi quantità di rifiuti che invadono spiaggia e fondali, figlio inevitabile del modello di consumo basato sull’impiego di grandi quantità di plastica usa e getta. Come se non bastasse dobbiamo ricordare che quella documentata è solo la parte visibile del problema, i fiumi possono portare in mare anche grandi quantità di microplastiche non individuabili a prima vista”.
Le microplastiche prodotte nella quasi totalità sulla terraferma dall’uomo si trovano ormai dappertutto, persino nell’aria, che le trasporta ovunque inquinando qualsiasi ambiente. Molta della plastica, micro o macro che sia, finisce nei fiumi da cui raggiunge mari ed oceani, e sappiamo bene quali ne siano le conseguenze.
Avete mai visto un uccello, una tartaruga marina od una balena morire con lo stomaco pieno di plastica? Avete idea di che cosa sia il Plastic Trash Vortex? Se la risposta a queste domande è no, forse è il caso di riconsiderare la vostra conoscenza sullo stato di salute del nostro Pianeta.
E se pensare a luoghi lontani ed incontaminati non suscita abbastanza preoccupazione, eccolo qui il campanello d’allarme. Sotto casa, nelle nostre strade nei nostri fiumi, i rifiuti che noi produciamo finiscono nell’acqua, nel mare, nei pesci… nel nostro stomaco e polmoni. Se il disastro ambientale, la perdita di ecosistemi e specie animali e vegetali non è abbastanza, siate almeno abbastanza egoisti da pensare alla vostra salute.
Non è solo il Sarno, per quanto la situazione del fiume, della foce e della zona marina ad essa correlata, sia allarmante, anche il resto delle nostre coste non è al sicuro. Greenpeace al momento sta effettuando, in collaborazione con The Blue Dream Project e i ricercatori dell’Università Politecnica delle Marche e CNR-IAS, il giro del Tirreno Centrale a bordo della Mahayana per monitorare l’impatto dell’inquinamento da plastica nei nostri mari.
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