Grazie alla scoperta di alcune ossa fossili di mammut, un team di ricercatori ha mostrato che gli esseri umani si stabilirono in Nord America 17.000 anni prima di quanto sino ad ora ipotizzato. I fossili di un mammut adulto e del suo cucciolo, trovati in un antico sito nel New Mexico, mostrano infatti segni di macellazione. Questo significa che furono uccisi da esseri umani per essere mangiati.
Le ossa di mammut sono state scoperte in un sito datato circa 37.000 anni, questo suggerisce che gli esseri umani potrebbero essersi stabiliti in Nord America 17.000 anni prima di quanto si credesse in precedenza.
Per datare con certezza le ossa, un team di scienziati, guidato dall’Università del Texas ad Austin, ha estratto il collagene dalle ossa, eseguendovi la datazione al carbonio. Grazie a questa analisi il team di ricercatori ha stabilito che le ossa hanno un età compresa tra i 36.250 e i 38.900 anni.
Le ossa erano accatastate in una pila alta quasi un metro ed il 95% di esse apparteneva al mammut adulto. Sulle ossa sono stati rilevate fratture dovute all’impatto di un oggetto contundente e segni di macellazione.
Questo ritrovamento è dunque un’ulteriore prova che alcuni gruppi di esseri umani vivevano già in Nord America prima che gli uomini attraversassero il ponte di terra dello Stretto di Bering circa 20.000 anni fa. Il ponte, chiamato anche Beringia, collegava la Siberia e l’ Alaska durante l’ultima era glaciale, permettendo ai nostri antenati di migrare dall’Asia al Nord America.
Secondo Timothy Rowe, autore principale dello studio, anche i primi abitanti del Nord America probabilmente provenivano dall’Asia, ma non è certo come vi siano giunti, se attraverso il mare, navigando lungo le coste o via terra.
Il sito di macellazione preistorico era un sito a cielo aperto che comprendeva diverse aree separate da muri in pietra e argilla. Le ossa di mammut, sia l’adulto che il cucciolo, sono state trovate in un mucchio sulla cui sommità vi erano la testa e le zanne dell’adulto.
La maggior parte dei resti apparteneva all’adulto. Tra di essi vi erano 44 frammenti di ossa craniche rotte, il secondo molare superiore destro intatto e 12 placche dentali isolate, 25 costole rotte in 52 frammenti, 3 vertebre integre e 15 frammenti vertebrali, 32 scaglie ossee, 20 frammenti ossei non identificabili e 267 sacchi di piccoli “rifiuti ossei”.
Le zanne, la premascella e una parte della mascella dell’adulto, corrispondevano ai frammenti più grandi e più pesanti nel sito, ed erano posizionati sopra il mucchio di ossa. L’analisi delle ossa del viso e della testa, ha rivelato che il mammut adulto aveva subito una profonda frattura cranica.
Come affermano infatti gli autori, la testa è “stata tranciata dal cranio alle narici.” Le prove dimostrano dunque che il mammut è stato deliberatamente ucciso. Mentre le tracce sulle ossa dimostrano che la carne è stata separata dalle ossa con strumenti.
Ph. Credit: Timothy Rowe / The University of Texas at Austin, via Frontiers in Ecology and Evolution
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