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Uno nuovo studio potrebbe spiegare perché la Terra non è un pianeta interamente ricoperto di acqua, potrebbe essere grazie ad un metallo radioattivo “regalatoci” dall‘esplosione di una supernova.
Sappiamo che l’acqua è fonte di vita, e la cerchiamo quasi ovunque nello spazio. E la abbiamo trovata su numerosi esopianeti in sistemi vicini al nostro. Oltre 10 di questi esopianeti sono interamente coperti da oceani, e l’intera superficie è acqua. Il nostro Sistema Solare, risulta dunque essere decisamente atipico, perché anche la Terra, sebbene lo sia per i suoi ¾, non è interamente coperta d’acqua?
I pianeti interamente oceanici sono inospitali per la vita come la conosciamo. Troppa acqua risulta essere ostile alla vita, e questi pianeti sono ricoperti da oceani globali con fondali ghiacciati.
“Al momento abbiamo solo una comprensione estremamente limitata del fatto che tali mondi possano sviluppare la vita come noi la conosciamo”, ha detto l’autore senior dello studio Tim Lichtenberg, fisico planetario dell’Università di Oxford in Inghilterra.
Per determinare quanta acqua possa esserci sugli esopianeti, i ricercatori hanno analizzato il calore generato dai metalli radioattivi nei planetismi, i componenti dei pianeti. In particolari si sono concentrati sull’alluminio-26, un isotopo radioattivo dell’alluminio con un neutrone in più nel nucleo, rispetto al normale alluminio.
Questo metallo fu cosparso nel nascente Sistema Solare, circa 4,6 miliardi di anni fa, dall’esplosione di una supernova vicina. Fu proprio il calore di questo metallo radioattivo a potenziare la nascita dei pianeti del nostro Sistema, disidratandoli.
Gli scienziati hanno eseguito circa 540.000 simulazioni computerizzate, variando il tipo di stella dei protopianeti orbitati, la distanza iniziale dalle loro stelle e la quantità di ghiaccio e alluminio-26 che avevano accumulato.
Con queste simulazione i ricercatori hanno diviso i sistemi planetari di pianeti rocciosi in due gruppi: sistemi poveri di alluminio-26 e sistemi ricchi di questo metallo radioattivo. I sistemi con poco alluminio-26, risultano essere composti da pianeti oceanici e ricchi di acqua. Mentre i sistemi che ne hanno in abbondanza, hanno dato vita a piccoli mondi impoveriti di acqua.
Glie esopianeti rocciosi poveri di Al-26, possono essere così ricchi d’acqua da risultare il 10% più grandi di un corrispondente pianeta roccioso, poiché l’acqua è meno densa.
In futuro la ricerca cercherà di far luce sul modo in cui l’Al-26, possa aver influenzato la nascita di pianeti giganti come Giove. Lichtenberg si è detto inoltre, interessato ai principali fattori che controllano se un protopianeta in crescita diventerà un mondo potenzialmente abitabile che conduce alla vita come noi la conosciamo. “Avremo bisogno di imparare molto di più per avvicinarci alla comprensione di quanti pianeti simili alla Terra ci sono là fuori nella galassia”.
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