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Che molte piante siano interconnesse tra di loro e che comunicano non è una novità, ma una nuova ricerca è riuscita a mostrare qualcosa di molto più interessante. Analizzando dei funghi, alcuni ricercatori hanno trovato delle tracce che sembrano molto uguali a quelle neurali umane. Le suddette possono essere prese come parole, o in generale dei picchi di attività, e ne sono state viste almeno 50.
Per arrivare a tale scoperta hanno posizionato dei microelettrodi nelle diverse colonie di funghi. Tramite gli elettrodi sono stati registrati molti picchi di attività che sono arrivati a durare fino a 21 ore. Sono riusciti anche a calcolare la lunghezza medie delle parole e si tratterebbe di 5,97. Per fare una comparazione, l’inglese ha una lunghezza media di 4,8 lettere.
Le parole di Andrew Adamatzky dell’Università dell’Inghilterra occidentale: “Supponendo che i picchi di attività elettrica siano utilizzati dai funghi per comunicare ed elaborare le informazioni nelle reti del micelio, raggruppiamo i picchi in parole e forniamo un’analisi della complessità linguistica e delle informazioni dell’attività di picchi del fungo. Non sappiamo se esiste una relazione diretta tra i modelli di picchi nei funghi e il linguaggio umano. Forse no. D’altra parte, ci sono molte somiglianze nell’elaborazione delle informazioni in substrati viventi di classi, famiglie e specie diverse. Ero solo curioso di fare un confronto”.
A questo punto bisogna capire a cosa questo tipo di comunicazione serve. Considerando la vita di un fungo, è molto probabile che sia esclusivamente per avvertire in caso di pericoli. Anche se solo fosse questo lo scenario, i risultati sono interessanti sotto molti punti di vista.
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