Foto di Brett Ritchie su Unsplash
Gli astronomi hanno individuato ossigeno nella galassia JADES-GS-z14-0, la più distante mai osservata, grazie ai dati del telescopio spaziale James Webb e dell’Atacama Large Millimeter/submillimeter Array (ALMA). Questa scoperta straordinaria potrebbe rivoluzionare la nostra comprensione dell’evoluzione delle galassie nell’Universo primordiale.
La luce di JADES-GS-z14-0 ha impiegato oltre 13,4 miliardi di anni per raggiungerci, mostrandoci l’aspetto della galassia quando l’Universo aveva appena 290 milioni di anni, ovvero il 2% della sua età attuale. Tuttavia, la presenza di ossigeno in una fase così precoce solleva interrogativi sulle tempistiche di formazione degli elementi pesanti nelle prime galassie.
All’inizio della sua esistenza, l’Universo conteneva solo idrogeno, elio e litio. Elementi più pesanti come l’ossigeno si formano all’interno delle stelle e si disperdono dopo la loro morte. Secondo le teorie attuali, galassie così giovani non dovrebbero mostrare una significativa presenza di ossigeno. Tuttavia, i dati di ALMA indicano che JADES-GS-z14-0 contiene una quantità di elementi pesanti dieci volte superiore a quella prevista.
Gli scienziati ritenevano che le galassie neonate fossero composte principalmente da stelle giovani e povere di elementi pesanti. Ma questa scoperta suggerisce che alcuni processi di formazione ed evoluzione stellare avvengano molto più rapidamente di quanto ipotizzato finora.
“È come trovare un adolescente dove ci aspetteremmo solo bambini”, ha dichiarato Sander Schouws, uno degli autori dello studio pubblicato su The Astrophysical Journal.
Il telescopio spaziale James Webb aveva già identificato JADES-GS-z14-0, ma è stato grazie ad ALMA che gli astronomi hanno potuto confermarne la distanza e rilevare la presenza di ossigeno. Questo dimostra l’importanza della collaborazione tra diversi strumenti astronomici per comprendere l’evoluzione dell’Universo.
Questa scoperta mette in discussione le attuali teorie sulla formazione delle galassie e apre nuove strade per la ricerca. Gli astronomi si chiedono ora come sia possibile che una galassia così giovane abbia già raggiunto una tale maturità chimica.
“Se JADES-GS-z14-0 è così evoluta, quante altre galassie come questa ci sono là fuori?”, si domanda Stefano Carniani, uno dei ricercatori italiani coinvolti nello studio.
Il mistero della formazione delle prime galassie si infittisce, e le prossime osservazioni potrebbero riscrivere la nostra comprensione dell’Universo.
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