Foto di Manja Vitolic su Unsplash
Tutti noi abbiamo in mente l’approccio che molti cani hanno con i sederi di altri cani. Questo però vale in realtà per molte specie, ed è inutile nasconderlo anche per l’uomo, e quindi vale anche per i gatti. Secondo un nuovo studio infatti, quest’ultimi presentano una complessa forma di comunicazione tramite questa parte del corpo e ha a che fare con i batteri. La correlazione specifica riguarda la produzione di alcuni odori.
Lo studio dell’Università della California Davis ha visto come i batteri presenti all’interno e attorno all’ano dei gatti possono arrivare a produrre un vasto range di composti organici volatili abbasta maleodoranti. A che seconda dell’odore il messaggio che verrà intercettato da altri esemplari sarà diverso quindi con una funzione propria ed esclusiva.
Le parole dei ricercatori: “Molti mammiferi fanno affidamento sui composti chimici organici volatili (COV) prodotti dai batteri per la loro comunicazione e il loro comportamento. Abbiamo utilizzato il sequenziamento metagenomico, la metabolomica basata sulla spettrometria di massa e la coltura per profilare i costituenti microbici e chimici volatili delle secrezioni delle ghiandole anali in ventitré gatti domestici, nel tentativo di identificare gli organismi potenzialmente coinvolti nella produzione dell’odore dell’ospite.”
Lo studio in realtà è troppo piccoli per fornire concrete prove scientifiche, ma potrebbe essere un nuovo spunto per scoprire i segreti dei gatti. Di fatto al momento non ci sono associazione valide completamente tra questa forma di comunicazione e altri aspetti dell’animale, come l’esposizione ad elementi esterni, parassiti o la salute interna. I ricercatori non sanno se uno qualsiasi di questi elementi possa portare a una variazione dei messaggi odori rilasciati dagli esemplari.
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