Una nuova ricerca, condotta grazie alle preziose immagini satellitari della NASA e dell’ESA (European Space Agency), ha mostrato come il ghiaccio marino artico si stia assottigliando ad una velocità impressionante, decisamente maggiore rispetto a quelle in precedenza calcolata dagli scienziati.
Grazie ai satelliti infatti, i ricercatori Sahra Kacimi del Jet Propulsion Laboratory della CalTech e Ron Kwok dell’Applied Physics Laboratory dell’Università di Washington, hanno potuto monitorare il ghiaccio marino artico ed il suo spessore osservandolo ogni mese per tre anni, dal 2018 al 2021. Ciò che i due ricercatori hanno scoperto è davvero sconcertante: in soli 3 anni il ghiacciaio si è assottigliato di 1 metro e mezzo.
Ogni anno, durante la stagione calda, il ghiaccio marino stagionale si scioglie completamente ed è dunque normale che il ghiaccio artico si riduca di spessore in questo periodo. Ma a preoccupare i ricercatori di questo nuovo studio non è l’assottigliamento stagionale. Ciò in cui il team ha rilevato la diminuzione di ben 1,5 metri non è infatti il ghiaccio stagionale, bensì il ghiaccio pluriennale, ovvero quel ghiaccio che dura più di una stagione e che in genere si accumula, anno dopo anno. La ricerca afferma che ciò che abbiamo perduto è circa il 16% del volume del ghiaccio pluriennale, e questo non è certamente un buon segno.
Kacimi e Kwok sono riusciti a raggiungere questi risultati determinando lo spessore del ghiaccio grazie all’utilizzo dei satelliti. Per farlo i ricercatori misurano l’altezza del ghiaccio sul livello del mare, tenendo però conto della neve depositata in cima al ghiaccio dato che questa influisce sul galleggiamento del ghiaccio.
Per il loro studio i due ricercatori si sono serviti dei dati lidar dell’ICESat-2 della NASA e dei dati radar del CryoSat-2 dell’ESA. Grazie a questi sistemi si fa rimbalzare un raggio di luce sulla superficie della Terra e, calcolano quanto tempo impiega il segnale per tornare indietro utilizzando la velocità della luce, si può misurare con precisione la profondità della neve e l’altezza del ghiaccio sotto di essa.
Combinando inoltre i dati ottenuti in questi tre anni con le misurazioni effettuate dall’ICESat della NASA dal 2003 al 2010, i due scienziati hanno stabilito che il ghiaccio marino artico ha perso più di un terzo del suo volume negli ultimi due decenni a causa della diminuzione del ghiaccio pluriennale e dell’aumento del ghiaccio stagionale.
Questo potrebbe significare secondo i ricercatori, che, una volta scomparso il ghiaccio pluriennale, potremmo avere delle estati senza ghiaccio nell’Artico.
Foto di Наталья Коллегова da Pixabay
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