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Giornata mondiale contro l’AIDS: il Covid-19 complica la cura dell’HIV

Oggi, 1° dicembre, è la Giornata mondiale contro l’AIDS. I promotori vogliono richiamare l’attenzione su quella che definiscono l’altra pandemia, che ha travolto il mondo negli anni ’90, e sulle sfide che gli operatori sanitari incontrano durante l’attuale pandemia di Covid-19. Presso il Dr. Wilbert Brown Jr. Health Center di Nacogdoches (Texas), il coordinatore regionale per la prevenzione dell’HIV/AIDS Gary Roberts si occupa di una routine stravolta, per far sì che la cura dell’HIV sia ancora una priorità.

 

La difficoltà di conciliare cura dell’HIV e prevenzione del contagio da coronavirus

Il Dr. Roberts spiega che prima della pandemia, i medici erano in grado di fare visite a domicilio, di uscire nella comunità e di effettuare i test tramite il proprio dipartimento di prevenzione, mentre dallo scorso marzo il centro è chiuso e il personale non ha la possibilità di intervenire in modo capillare sul territorio, ma può soltanto eseguire i test nella propria sede.

La situazione pone un doppio problema. Se da una parte il Covid-19 rende pericoloso per gli operatori sanitari spostarsi in un’area di ben 10 contee, dall’altra i problemi di salute ed economici e le difficoltà di trasporto impediscono ai pazienti di usufruire dei servizi della struttura di Nacogdoches. Pertanto Octavia Kidd, coordinatrice per la prevenzione dell’HIV/AIDS, non ha altra scelta che offrire i test all’interno della clinica. Sono oltre 300 utenti che ricevono le cure per l’HIV/AIDS presso il Brown Family Health Center.

Il Dr. Roberts svela che il più comune veicolo di infezione è il sesso non protetto; per questo motivo, nella clinica è possibile trovare confezioni di preservativi a disposizione gratuitamente di tutti, comodamente posizionate nei bagni per tutelare la privacy di chiunque ne abbia bisogno. Tuttavia, secondo quanto afferma il direttore esecutivo Yolanda Tatum, nell’era del Covid-19 fornire incoraggiamento e un’informazione appropriata rimane difficoltoso. Il problema, secondo la dottoressa Tatum, risiede nella necessità di eliminare la stigmatizzazione che accompagna l’AIDS e chi ne soffre, favorendone l’integrazione nella società.

Ph. credits: Foto di Tomasz Ryś da Pixabay

 

 

 

Gloria Fiorani

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