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Le giuggiole: dolce felicità dell’autunno

Le giuggiole sono frutti provenienti dall’albero del giuggiolo, una pianta tenace e antica originaria dell’Africa e diffusa in tutto il Mediterraneo grazie ai Romani. Questi piccoli frutti dolci, simili a drupe, sono di colore rosso-marrone quando maturano, e la loro buccia assomiglia a quella di una mela. L’interno è bianco giallastro con un unico seme. Il loro sapore è dolce e acidulo, che diventa più dolce man mano che maturano.

Le giuggiole celebrano la fine dell’estate, in quanto vengono raccolte a partire da settembre e durante i mesi autunnali. La loro raccolta è particolarmente popolare nei Colli Euganei, che sono noti per la qualità delle giuggiole prodotte.

Questi frutti possono essere consumati sia crudi che utilizzati per preparare confetture e liquori, tra cui il famoso brodo di giuggiole, un liquore ambrato con un profumo intenso e una dolcezza decisa. Si consiglia di gustarlo dopo cena, liscio o con ghiaccio, e spesso viene abbinato a formaggi, dolci a base di frutta secca e gelato. In passato, la famiglia Gonzaga nel Rinascimento contribuì alla sua popolarità.

Le giuggiole sono conosciute anche per i loro benefici per la salute. Contengono circa 80 calorie per 100 grammi e sono spesso utilizzate nella medicina cinese per calmare l’ansia e l’insonnia. Questi frutti aiutano anche nella digestione e nell’equilibrio intestinale, grazie alle proprietà antiossidanti e al contenuto di calcio che favorisce la salute delle ossa e dei denti. I tannini contenuti nelle giuggiole conferiscono loro proprietà antinfiammatorie e antiemorragiche.

L’espressione “andare in brodo di giuggiole” si riferisce a un’euforia o a una felicità eccessiva, spesso associata al consumo di queste deliziose creazioni a base di giuggiole. Questa espressione si basa sull’analogia tra il massimo piacere gustativo e salutare derivante dai preparati a base di giuggiola e il massimo della felicità. In passato, esistevano anche altre varianti dell’espressione “andare in brodo,” ma “andare in brodo di giuggiole” ha una connotazione più poetica.

Foto di Mona Mok su Unsplash

Federica Vitale

Ho studiato Shakespeare all'Università e mi ritrovo a scrivere di tecnologia, smartphone, robot e accessori hi-tech da anni! La SEO? Per me è maschile, ma la rispetto ugualmente. Quando si suol dire "Sappiamo ciò che siamo ma non quello che potremmo essere" (Amleto, l'atto indovinatelo voi!)

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