I prodotti aerosol utilizzati in casa, solitamente quelli per la pulizia, emettono più inquinamento atmosferico da composti organici volatili (COV) nocivi rispetto a tutti i veicoli presenti nel Regno Unito, secondo una nuova ricerca condotta da diverse università. Lo studio rivela che il quadro è dannoso a livello globale con la popolazione mondiale che ora utilizza enormi quantità di aerosol usa e getta, più di 25 miliardi di lattine all’anno. Si stima che ciò porti al rilascio di oltre 1,3 milioni di tonnellate di inquinamento atmosferico COV, numeri in netto aumento nel corso degli anni, con conseguenti problemi dal punto di vista ambientale.
Le sostanze chimiche utilizzate negli aerosol compressi sono prevalentemente composti organici volatili, sostanze chimiche che vengono rilasciate anche da automobili e carburanti. Il rapporto afferma che questi composti attualmente utilizzati sono meno dannosi dei CFC che riducono lo strato di ozono che hanno sostituito negli anni ’80. I ricercatori hanno scoperto che in media nei paesi ad alto reddito vengono utilizzate 10 bombolette di aerosol per persona all’anno con il maggior contributo di prodotti per la cura personale. La quantità globale emessa dagli aerosol ogni anno è in aumento con la crescita delle economie a reddito medio e basso e le persone in questi paesi acquistano di più.
Gli autori del rapporto chiedono ai responsabili politici internazionali di ridurre l’uso di COV negli aerosol compressi, incoraggiando propellenti meno dannosi come l’azoto o sostenendo l’uso di versioni differenti dei prodotti. Attualmente i COV sono utilizzati in circa il 93% delle bombolette di spray per la casa.
Il professor Alastair Lewis, autore principale dello studio, ha dichiarato: “Praticamente tutti i prodotti di consumo a base di aerosol possono essere forniti in forma diversa, ad esempio come deodoranti secchi o roll-on, barre di smalto non Fare solo piccole modifiche a ciò che acquistiamo potrebbe avere un impatto importante sulla qualità dell’aria sia esterna che interna e avere un impatto relativamente piccolo sulle nostre vite. La diffusa sostituzione del propellente aerosol con alternative non COV porterebbe a riduzioni potenzialmente significative dell’ozono superficiale.”
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