Secondo un recente studio, gli aborigeni della Tasmania hanno assistito all’escursione geomagnetica di Laschamp, che gli permise di ammirare l’aurora boreale. Un team di ricercatori è giunto a questa conclusione analizzando i sedimenti estratti da un nucleo risalente a 270.000 anni fa, estratto tramite perforazioni in un lago della Tasmania.
Questa indagine ha fornito le prime prove che in Australia vi furono le conseguenze di un grande evento globale in cui il campo magnetico terrestre subì delle modifiche. Inoltre permette di stabilire un precedente per lo sviluppo di nuovi strumenti di datazione paleomagnetica per l’archeologia e per la paleoscienza.
Si tratta di uno studio molto importante, non solo in Australia, ma anche per la conoscenza dell’evoluzione e dello sviluppo del campo magnetico terrestre. La dottoressa Agathe Lisé-Provonost, della School of Earth Sciences dell’Università di Melbourne, e autrice principale dell’articolo, ha dichiarto che “questo è il primo studio di questo tipo in Australia dagli studi pionieristici negli anni ’80”.
Come ha spiegato la dottoressa Lisé-Provonost, la ricerca è stata condotta in due laghi nel nord-est dell’Australia i quali fornivano i dati, a vettore completo, “in cui sia le direzioni passate che l’intensità passata del campo magnetico terrestre sono ottenute dagli stessi nuclei” di sedimenti.
Analizzando i sedimenti del lago Selina, in Tasmania, i ricercatori hanno ottenuto la cronostratigrafia del più antico archivio continuo di sedimenti lacustri. Si tratta di un nucleo di sedimenti che coprono un arco temporale che va da 5,5 milioni di anni a 270 mila anni fa. I dati elementari, le proprietà magnetiche e gli isotopi del berillio del lago Selina rivelano una stretta corrispondenza con i dati climatici del nucleo di ghiaccio antartico.
Questo potrebbe essere dovuto, come spiega la dottoressa Lisé-Provonost, al fatto che “durante l’escursione geomagnetica, la forza del campo magnetico terrestre quasi svanì. Ciò avrebbe condotto ad un grande aumento delle particelle cosmiche e solari che bombardarono il nostro Pianeta, poiché il campo magnetico normalmente agisce come uno scudo”.
Questa particolare condizione e questo sconvolgimento del campo magnetico terrestre, le cui prove sono nei sedimenti del lago Selina, potrebbero indicare che gli antichi aborigeni della Tasmania abbiano potuto ammirare spettacolari aurore boreali, quando il campo magnetico terrestre si capovolse e per alcune migliaia di anni il nord fu il sud e viceversa.
La ricerca che ha portato a questa scoperta è iniziata nel 2014. Per condurre le loro prime analisi, la dottoressa Lisé-Provonost, con un team guidato dal professore associato Michael-Shawn Fletcher, realizzò una piattaforma galleggiante improvvisata montata su due zattere gonfiabili per perforare il sedimento di un piccolo lago subalpino nella Tasmania occidentale.
Il nucleo di sedimenti ha fornito loro informazioni sul clima, la vegetazione e i dati paleomagnetici dell’area. Con queste informazioni il team di ricercatori ha cercato di datare con precisione i diversi strati di sedimento, trovando prove dei cambiamenti dell’ecosistema avvenuti quando gli aborigeni della Tasmania vi arrivarono 43.000 anni fa. Sono anche emersi dei cambiamenti improvvisi avvenuti dall’arrivo degli europei 200 anni fa.
Le informazioni sul passato del campo magnetico terrestre sono rese possibili dal fatto che le particelle magnetiche, depositatesi sul fondo del lago, “agiscono come minuscoli aghi di una bussola, allineandosi al campo magnetico terrestre. Quando queste particelle si accumulano e vengono sepolte, si bloccano sul posto, lasciando una traccia della storia del campo magnetico terrestre.”
Sappiamo con certezza dunque, da questo ed altri studi, che il campo magnetico terrestre subì un inversione, ma al momento “non sappiamo quando avverrà la prossima escursione geomagnetica, ma se dovesse avvenire oggi, i satelliti sarebbero inutilizzabili, le app di navigazione per smartphone fallirebbero e ci sarebbero grandi interruzioni dei sistemi di distribuzione dell’energia”, come ha affermato la dottoressa Lisé-Provonost.
Per questo motivo il team spera che la loro ricerca apra la strada per ulteriori studi sul comportamento del campo geomagnetico, Soprattutto per lo sviluppo di nuovi strumenti di datazione paleomagnetica e per il miglioramento dei modelli del campo magnetico terrestre. Così forse un giorno potremmo riuscire prevedere la prossima escursione geomagnetica e a prepararci ad essa.
Foto di Janina Bienkowski da Pixabay
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