I gufi sono rapaci notturni che catturano le loro prede con il favore del buio e sappiamo che hanno una vista fenomenale che li rende in grado di vedere un topolino muoversi sul suolo nel buio. Ora un nuovo studio sembra indicare che la loro fenomenale vista notturna sia dovuta al particolare DNA dei loro occhi.
Il processo di selezione naturale infatti, avrebbe fatto si che il DNA delle cellule della retina dei gufi, le renda potenziate e in grado di agire come una lente, come un moltiplicatore per migliorare la vista durante la notte.
Secondo i ricercatori di questo nuovo studio, questa particolare caratteristica della retina dei gufi, non è mai stata osservata in altri uccelli. Questo suggerisce che si sia evoluta in un particolare percorso evolutivo a se stante.
Come affermano gli studiosi nel loro articolo, pubblicato su Genome Biology and Evolution, “nel ramo ancestrale dei gufi, abbiamo trovato tracce di selezione positiva nell’evoluzione di geni funzionalmente correlati alla percezione visiva, in particolare alla fototrasduzione, e al confezionamento cromosomico”.
Nella loro ricerca, gli scienziati hanno esaminato il DNA di 20 specie di uccelli, tra cui 11 gufi, identificando le selezioni positive, ovvero quelle mutazioni genetiche favorevoli che vengono mantenute per generazioni. I ricercatori hanno notato che nei gufi queste selezioni positive sono avvenute soprattutto nell’area sensoriale, motivo per cui i gufi hanno vista ed udito eccezionali.
Inoltre i ricercatori hanno identificato un pool di 32 geni che hanno subito un evoluzione accelerata con caratteristiche davvero sorprendenti. Questi geni infatti sono collegati al confezionamento del DNA e alla condensazione cromosomica. Questo suggerisce che le stesse molecole di DNA negli occhi dei gufi, si siano adattate per essere in grado di catturare più luce possibile.
Un simile adattamento delle molecole di DNA della retina è stato notato anche in alcune specie di primati notturni. Ma per i gufi questa non è l’unica caratteristica che li rende così abili nell’osservazione notturna. La retina dei gufi infatti è anche piena di cellule a bastoncelli che migliora la visione notturna, ma che è più idonea per la caccia dopo il tramonto.
Secondo i ricercatori è probabile dunque che i gufi si siano evoluti a partire da antenati diurni, dato che tutti gli adattamenti maggiori riguardano prettamente lo sviluppo ed il miglioramento della visione e della caccia notturna.
Mentre infatti gli artigli rimangono comuni con i rapaci diurni, come aquile e falchi, i ricercatori hanno scoperto che la maggioranza dei geni che differivano dagli antenati dei gufi riguardano il miglioramento del loro eccellente udito, della visione notturna e delle piume più morbide, efficaci per un volo silenzioso.
E se questo studio dovesse venir confermato, a queste caratteristiche si aggiungerebbero anche le molecole di DNA della retina, che sembrano aumentare le eccellenti capacità visive dei gufi.
Foto di Chräcker Heller da Pixabay
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