Gli oceani, ammalatisi a causa dell’inquinamento e dei cambiamenti climatici, devono necessariamente guarire per proteggere la vita marina e noi stessi. E’ questo l’avvertimento lanciato dalle Nazioni Unite. Assorbendo un quarto della CO2 prodotta dall’uomo e oltre il 90% del calore generato dai gas a effetto serra, gli oceani mantengono in vita la popolazione, ma a un costo terribile, secondo una valutazione del Pannello intergovernativo per i cambiamenti climatici (IPCC).
I mari sono diventati acidi, e le acque, sempre più calde, hanno ampliato la forza e la serie di mortali tempeste tropicali. Le ondate di calore stanno spazzando via le barriere coralline e accelerando lo scioglimento dei ghiacciai e delle calotte glaciali che innescano l’innalzamento del livello del mare. “L’ultimo libro della Bibbia parla dei quattro cavalieri dell’Apocalisse”, ha dichiarato Dan Laffoley, responsabile strategico per la protezione degli oceani.
“Per gli oceani, uno dei cavalieri è il riscaldamento globale”, ha detto Laffoley. “Gli altri tre sono il riscaldamento degli oceani, la perdita di ossigeno e l’acidificazione”. Gli scienziati, tuttavia, affermano che esistono tre soluzioni possibili per aiutare gli oceani.
Meno del 7% degli oceani ha una qualche forma di protezione regionale o nazionale. Per gli esperti l’area protetta deve essere notevolmente ampliata. I negoziati delle Nazioni Unite per regolare lo sfruttamento delle acque al di fuori della giurisdizione nazionale, sono iniziati lo scorso autunno e potrebbero durare anni. Il ripristino delle mangrovie costiere e delle alghe marine, nel frattempo, ridurrebbe le emissioni di CO2. Questi ecosistemi di “carbonio blu“, potrebbero potenzialmente immagazzinare un miliardo di tonnellate di CO2 all’anno, circa il 2% delle emissioni attuali.
L’energia rinnovabile offshore e oceanica, inclusi vento, onde, maree, correnti e energia solare, potrebbe soddisfare una fetta significativa della domanda di energia futura. I parchi eolici galleggianti, ad esempio, alimentati dall’alta velocità del vento in aperto oceano, potrebbero alla fine generare più elettricità rispetto a quelli terrestri.
La mancanza di una soluzione di assorbire i gas serra, che scaldano il pianeta, ha aperto la porta ad altre idee una volta ritenute inverosimili, come l’iniezione di particelle nell’atmosfera per deviare le radiazioni solari. Alcuni progetti di geoingegneria per raffreddare la superficie terrestre o ridurre la CO2 sono basati sull’oceano. Gli scienziati della Princeton e della Beijing Normal University hanno recentemente ideato un piano per costruire una barriera sottomarina di fronte a un ghiacciaio antartico delle dimensioni dell’Inghilterra, per impedire all’acqua calda dell’oceano di erodere il ghiacciaio.
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