Per centinaia di milioni di anni, gli squali hanno vagato negli oceani della Terra nutrendosi di una vasta gamma di creature, dallo squalo balena che si cibava del minuscolo krill al megalodonte che erano in grado di predare addirittura le balene. Questa fama di cacciatori senza pietà che da sempre accompagna gli squali è sopravvissuta nel corso di milioni di anni, anche alla catastrofe che spazzò via i dinosauri.
Ma se nè le glaciazioni, nè l’impatto di un colossale asteroide sono riusciti a far sparire gli squali dagli oceani del nostro pianeta, potrebbe riuscirci l’umanità: stiamo infatti inquinando le acque al punto tale da mettere in serio pericolo le loro fonti di cibo, facendo estinguere le specie di cui essi si nutrono. Non solo: anche a causa dei cambiamenti climatici, le acque dei nostri oceani stanno diventando più “acide“; i ricercatori affermano che un’esposizione prolungata all’acqua acidificata sia in grado di corrodere la loro pelle.
Le implicazioni di questo fenomeno sono preoccupanti. Man mano che viene immessa anidride carbonica nell’atmosfera, che reagisce con l’acqua di mare rendendo gli oceani più acidi, i mari stessi potrebbero diventare la principale minaccia in grado di portare gli squali sull’orlo dell’estinzione. Oggi, gli oceani hanno in media un pH di 8,1, che li rende il 25% più acidi rispetto al periodo preindustriale; più basso è il valore del pH, più acida è l’acqua.
Negli squali più grandi, soprattutto quelli solitari come lo squalo bianco, i dentelli presenti sulla loro pelle determinano circa il 12% della loro velocità di nuoto. Se questi vengono danneggiati possono influire sulla loro capacità di cacciare o fuggire. Inoltre, poiché i denti degli squali presentano una composizione quasi identica, la corrosione causata dall’acidità dell’acqua potrebbe avere conseguenze disastrose sulla capacità degli squali di nutrirsi. Tutte le specie marine che presentano caratteristiche simili sono perciò da considerarsi in serio pericolo.
Tuttavia, gli squali potrebbero essere minacciati da fattori ancor più imminenti come ad esempio il bracconaggio, afferma Luiz Rocha, curatore della California Academy of Sciences. Non solo essi vengono cacciati per le loro pinne, ma vengono spesso catturati accidentalmente, ad esempio durante battute di pesca di tonno o pesci spada. Ciò che la scienza può fare è quindi approfondire i ritmi e gli spostamenti degli squali al fine di proteggere i loro habitat dalla pesca selvaggia e sviluppare una tecnologie di pesca più sostenibili per evitare che gli squali vengano coinvolti in queste barbare battute di pesca.
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