Il glifosato, un erbicida ampiamente utilizzato in agricoltura, è al centro di una crescente preoccupazione riguardo alla sua presenza nei cibi e il suo possibile legame con la celiachia, una malattia autoimmune che colpisce l’intestino tenue in risposta al consumo di glutine. Sebbene la ricerca su questa questione sia ancora in corso, alcuni esperti sostengono che il glifosato potrebbe essere coinvolto in un’epidemia silenziosa di celiachia.
Una recente stima suggerisce che una persona su 20 in Nord America e in Europa occidentale ne soffra. In Italia sarebbero 600.000 i soggetti colpiti dalla malattia. Secondo diverse ricerche pubblicate su riviste specializzate, sarebbe il frutto dell’esposizione al glifosato, da solo, negli alimenti o ai terreni trattati, come il mais tra gli altri, anche a dosi precedentemente ritenute sicure per la salute umana, perché può incidere in modo significativo sul microbioma, fattore scatenante la malattia.
Il glifosato è stato rilevato in diverse categorie di cibi, inclusi cereali, pane, frutta e verdura. Questa diffusione ha sollevato domande sulle possibili conseguenze per la salute umana, in particolare per coloro che sono suscettibili a malattie legate all’assunzione di glutine, come la celiachia. Gli esperti sono divisi sulla quantità di glifosato presente nei cibi e sulle implicazioni reali per la salute umana. La connessione tra la celiachia e il glifosato è un argomento di studio ancora in fase iniziale, ma alcuni ricercatori ipotizzano che il glifosato potrebbe influenzare i meccanismi autoimmuni nel corpo, aumentando la suscettibilità alla celiachia.
La comunità scientifica è divisa sulla questione del legame tra il glifosato e la celiachia. Mentre alcuni studi suggeriscono una possibile correlazione, altri non trovano evidenze sufficienti per supportare questa teoria. La complessità delle interazioni tra fattori genetici, ambientali e alimentari rende difficile stabilire una connessione diretta tra l’erbicida e la malattia autoimmune. La crescente preoccupazione pubblica ha spinto molte autorità di regolamentazione a rivedere le normative sull’uso del glifosato.
Alcuni paesi hanno imposto limiti più stringenti sull’utilizzo del pesticida, mentre altri continuano a sostenere la sua sicurezza. Le normative in evoluzione riflettono la necessità di un approccio più attento nell’uso del glifosato in agricoltura. L’adozione di pratiche agricole biologiche e l’investimento in tecnologie che riducono la dipendenza da pesticidi chimici potrebbero contribuire a mitigare i rischi associati all’uso del glifosato. Mentre la ricerca continua, è fondamentale considerare attentamente la sicurezza alimentare e promuovere pratiche agricole sostenibili. La comprensione approfondita di questa possibile connessione richiederà ulteriori ricerche multidisciplinari per stabilire una base scientifica solida e informare le decisioni regolamentari e le scelte alimentari della società.
Foto di Sabine Schulte da Pixabay
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