Negli ultimi giorni è scoppiata una enorme discussione con enormi ripercussioni che riguardano anche la politica. Un utente di Twitter ha accusato Google, ma anche Apple, di aver cancellato dalle loro mappe la Palestina. La realtà dei fatti è che non c’è mai stata in primis, e questo ha causato altre discussioni.
La Palestina in sé è riconosciuta dalle Nazioni Unite e 136 membri. Il problema? È che non è riconosciuta dagli Stati Uniti. Essendo Google e Apple compagnie statunitensi con sede negli Stati Uniti, hanno continuato con questa linea di pensiero anche se Google si è difesa in un certo modo.
“I confini contestati vengono visualizzati come una linea grigia tratteggiata. I luoghi coinvolti non concordano su un confine”. Nonostante questo, è partita una petizione per cercare di far cambiare questa situazione per farla introdurre ufficialmente sui servizi in questione; sono già state raccolte 800.000 firme.
La Palestina è una delle zone più calde del paese dove sono presenti continue ingerenze da parte di Israele. Essendo quest’ultimo un alleato storico degli Stati Uniti, risulta ovvio che quella che viene spesso definita come la più grande democrazia del mondo non riconosca tale stato.
Visto che gli Stati Uniti non riconoscono la Palestina, gli atti di ingerenza continuano senza che nessun può dire nulla esasperando il clima teso di quella parte di mondo. Se anche l’introduzione su Google Maps potrebbe essere un gesto distensivo non ufficiale, non cambierebbe la realtà dei fatti. Andrebbe fatto qualcosa di più molto più incisivo.
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