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Google, la novità che fa felici gli utenti ma spaventa gli inserzionisti

La privacy è un aspetto fondamentale per le persone che navigano nel mondo del web. Purtroppo, sempre più leggiamo notizie di social network o altro che viola il nostro diritto di riservatezza. In merito a ciò, l’azienda americana Google è pronta provocare un drammatico sconvolgimento nell’ecosistema della pubblicità digitale, diventato sempre più invasivo nel modo in cui tiene traccia degli utenti sul Web e studia il loro comportamento al fine di offrire loro annunci migliori e migliori.

Martedì scorso, tramite un post sul blog aziendale, ha annunciato che entro due anni avrà eliminato tutto il supporto per i cookie di tracciamento di terze parti sul Web, una mossa che segue analoghe restrizioni da parte dei browser Apple Safari e Firefox di Mozilla.

 

La mossa di Google contro le violazioni di privacy

“Gli utenti chiedono una maggiore privacy, tra cui trasparenza, scelta e controllo sull’utilizzo dei loro dati, ed è chiaro che l’ecosistema Web deve evolversi per soddisfare queste crescenti esigenze”, ha scritto il direttore dell’ingegneria di Chrome Justin Schuh nel post di martedì. “Alcuni browser hanno reagito a queste preoccupazioni bloccando i cookie di terze parti, ma riteniamo che ciò abbia conseguenze indesiderate che possono avere un impatto negativo sia sugli utenti che sull’ecosistema web.”

Tutto questo deriva dall’annuncio di Google di agosto della sua cosiddetta iniziativa Privacy Sandbox, continua Schuh, che coinvolge la società che cerca di aiutare a sviluppare un nuovo set di standard aperti per migliorare la privacy sul web, utilizzando questa iniziativa come trampolino di lancio per rendere il web “più privato e sicuro per gli utenti, supportando al contempo gli editori”.

Ovviamente, Google se attuerà effettivamente ciò chiude un modo per gli inserzionisti di fare soldi e ciò potrebbe finire per suscitare preoccupazioni antitrust, poiché il browser Chrome di Google è il più popolare al mondo, con una quota di mercato di quasi il 70% in tutto il mondo, secondo una recente analisi di statistica.

 

 

Francesco Borea

Studente universitario Appassionato di tecnologia

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