Google ha svelato Willow, il suo nuovo chip quantistico, capace di affrontare problemi computazionali che, secondo l’azienda, richiederebbero ai più avanzati supercomputer tradizionali 10 settilioni di anni per essere risolti. Questo rappresenta un significativo passo avanti nel campo del calcolo quantistico, una tecnologia che sfrutta i principi della meccanica quantistica per promettere una potenza di calcolo senza precedenti.
Mentre i computer quantistici come Willow sono progettati per affrontare problemi specifici, non sostituiranno i computer tradizionali. Secondo il professor Alan Woodward della Surrey University, la loro efficacia sarà limitata a compiti altamente specializzati.
Un esempio di applicazione futura potrebbe essere la soluzione di problemi logistici complessi, come ottimizzare le reti elettriche o migliorare le telecomunicazioni. Tuttavia, per raggiungere una piena utilità pratica, è necessario un ulteriore abbassamento dei tassi di errore.
Google non è sola nella corsa al calcolo quantistico. Paesi come il Regno Unito, con il National Quantum Computing Centre, e aziende come IBM e Microsoft stanno investendo ingenti risorse in questa tecnologia.
Venerdì scorso, ricercatori delle Università di Oxford e Osaka hanno pubblicato un lavoro che evidenzia un approccio alternativo: qubit a ioni intrappolati, in grado di operare a temperatura ambiente. In confronto, il chip Willow deve essere mantenuto a temperature estremamente basse.
Secondo Michael Cuthbert, direttore del NQCC, Willow rappresenta una “pietra miliare” significativa ma non una rivoluzione immediata. Un computer quantistico universale in grado di risolvere problemi pratici complessi è ancora distante anni, se non decenni.
Ciononostante, i progressi di Willow testimoniano il potenziale del calcolo quantistico e il percorso verso una nuova era tecnologica. I risultati dello sviluppo sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista Nature.
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