Un team di astronomi ha recentemente affermato che la più grande cometa mai osservata si sta dirigendo proprio verso il nostro Sole. Si tratta della cometa C/2014 UN271 (Bernardinelli-Bernstein), una cometa periodica sita su un’orbita altamente eccentrica e retrograda.
La cometa proveniente dalla nube di Oort e la sua scoperta è stata annunciata nel giugno 2021 dagli astronomi Pedro Bernardinelli e Gary Bernstein ed è avvenuta grazie alle immagini dell’osservatorio di Cerro Tololo comtenute nell’archivio del Dark Energy Survey. Secondo recenti calcoli sembra che la più grande cometa mai osservata dall’umanità si accinga ad attraversare il nostro sistema solare in meno di dieci anni, trovandosi a passare tra Urano e Saturno.
La magnitudine assoluta di C/2014 UN271 (Bernardinelli-Bernstein) è pari a 7,8, il che suggerisce che il suo corpo possa avere un diametro stimato tra i 96,5 ed i 161 chilometri, decisamente più grande quindi delle altra comete, come la cometa Hale-Bopp ad esempio, che misura solo 60 km di diametro.
Il periodo orbitale di C/2014 UN271 è di circa 600.000 anni, con un afelio situato nella nube di Oort. La cometa giungerà al suo perielio all’incirca il 23 gennaio 2031, quando verrà a trovarsi molto più vicina al Sole, ossia appena fuori dall’orbita di Saturno. Dopodiché, nell’agosto 2033 attraverserà il piano eclittico, arrivando a sole 12 au dal Sole.
Nelle immagini che hanno portato alla sua scoperta, il corpo non mostrava evidenze della presenza di una chioma dovuta alla volatilizzazione di composti come monossido e biossido di carbonio, cosa che avrebbe potuto portare a un significativo ridimensionamento della valutazione del suo diametro.
Questo fino al 22 giugno 2021, quando le osservazioni effettuate presso l’osservatorio californiano di Las Cumbres e lo SkyGems Remote Telescope, in Namibia, hanno evidenziato la presenza di una chioma allungata, che avrebbe una larghezza di circa 15 arcosecondi e hanno rilevato anche una luminosità maggiore del previsto.
L’astronomo dell’Università della Pennsylvania Pedro Bernardinelli, uno degli scopritori della cometa, ritiene che la sua composizione sia rimasta “incontaminata. Non è successo molto a questo oggetto dalla sua formazione nei primi giorni del Sistema Solare, quindi possiamo pensarlo come una finestra sul passato”. Secondo gli astronomi che l’anno scoperta dunque, questo corpo celeste è un residuo della creazione del nostro Sistema Solare e fornirà uno sguardo illuminante sulla formazione del cosmo.
Questo corpo celeste infatti, ha trascorso la maggior parte della sua esistenza nello spazio profondo, è quindi probabile che la sua composizione chimica sia sostanzialmente invariata rispetto ai suoi primi anni di vita, vale a dire una miscela di azoto e anidride carbonica. Le osservazioni su quella composizione saranno in grado di rivelare esattamente dove ha avuto inizio la storia di questa cometa.
I ricercatori ovviamente sperano che un giorno un’agenzia spaziale possa finanziare il viaggio di una sonda sulla superficie della cometa per poterne davvero analizzare la composizione. Ma questa, con buona probabilità, rimarrà solo una speranza purtroppo. Per il momento dunque ci accontenteremo di osservarla dai telescopi qui sulla Terra, cercando di carpire i suoi segreti e quelli della nascita del Sistema Solare.
Foto di Gerd Altmann da Pixabay
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