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Il rischio di conflitti catastrofici è aumentato drasticamente negli ultimi anni. E ne sappiamo qualcosa soprattutto dai fatti che stiamo vivendo tutti. Ma uno studio del 2019 sostiene che più di 90 milioni di persone sarebbero uccise o ferite in una guerra nucleare tra Stati Uniti e Russia se un conflitto convenzionale si spingesse troppo oltre. Si tratta di una simulazione creata dai ricercatori.
Un tale scenario è diventato “drammaticamente” più plausibile negli ultimi due anni perché i due Paesi hanno abbandonato il sostegno alle misure di controllo degli armamenti. La simulazione, il risultato di uno studio del programma Science and Global Security (SGS) di Princeton, suggerisce che 34 milioni di persone sarebbero uccise e 57 milioni sarebbero rimaste ferite nelle prime ore di una conflagrazione nucleare totale, senza contare i malati altri problemi a lungo termine.
Nell’animazione, le scie elettroniche di missili balistici attraversano lo schermo, prima di sbocciare in un tappeto di dischi bianchi. La distruzione mondiale includerebbe l’incenerimento nucleare dell’Europa, che secondo gli scienziati di Princeton potrebbe essere causato dall’escalation di una guerra convenzionale tra Russia e Nato. Si legge: “Nella speranza di fermare un’avanzata USA-Nato, la Russia lancia un colpo di avvertimento nucleare da una base vicino alla città di Kaliningrad. La Nato si vendica con un singolo attacco aereo nucleare tattico.”
Dopodiché, centinaia di ulteriori attacchi potrebbero essere effettuati da entrambe le parti contro le forze nucleari militari. Successivamente, Washington e Mosca prenderebbero di mira entrambi i centri abitati, con un massimo di 10 missili per città dai restanti arsenali di sottomarini.
Il video è “basato su posizioni di forza reale, obiettivi e stime di mortalità“. La prima esplosione nucleare simulata sembra essersi verificata proprio all’interno della Polonia, vicino a Wroclaw e ai confini con la Germania e la Repubblica Ceca.
Sam Dudin, ricercatore presso il Royal United Services Institute, ha dichiarato a The Independent che lo scenario di distruzione reciprocamente assicurato sarebbe improbabile perché la politica statunitense dal 1950 è stata quella di evitare una guerra convenzionale diretta con la Russia. Anche Mosca non vuole una guerra con la Nato, ha detto. Dudin ha aggiunto: “Dal punto di vista operativo, sembra anche che i sistemi di difesa aerea integrati siano scomparsi dall’Europa. Questi sistemi avrebbero un forte impatto sugli attacchi nucleari lanciati dagli aerei. Anche le stime delle vittime sembrano essere basse.”
Il Trattato sulle forze nucleari a raggio intermedio del 1987 ha vietato la produzione, il test e il dispiegamento di missili balistici e da crociera terrestri con una portata compresa tra 310 e 3.410 miglia.
Speriamo bene che lo scenario ipotizzato da questo studio rimanga, appunto, solo uno scenario.
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