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Halley VI: la base antartica che continua funzionare anche da disabitata

L’Antartide è disseminato un po’ qua e là di basi scientifiche le quali, come il nome suggerisce, servono a studiare tale luogo avvolto da diversi misteri. Tra queste basi ce n’è una che prende il nome di Halley VI la quale però è stata abbandonata diversi mesi fa. Le cause non riguardano niente di sovrannaturale, ma semplicemente il fatto che il ghiaccio su cui è sorta risulta essere instabile. L’instabilità è data dalle crepe che sono presenti in quella zona, la piattaforma di ghiaccio di Brunt, che negli ultimi anni stanno facendo sempre più paura.

Nonostante l’abbandono però la base continua a fare della scienza grazie al continuo funzionamento dei vari sensori presenti. Quest’ultimi servono a misurare le condizioni climatiche, i livelli di ozono e anche le condizioni meteorologiche spaziali. A confermare il funzionamento di tali sistemi sono stati i ricercatori del British Antarctic Survey.

 

Halley VI: la base fantasma

Una dichiarazione di Thomas Barningham, scienziato presso il BAS: “Eravamo sicuri che avessimo un buon design, ma le condizioni invernali dell’Antartico sono brutali, quindi non sai mai esattamente cosa potrebbe accadere. Finora i sistemi hanno funzionato a temperature basse come – 43 gradi Celsius e hanno resistito a velocità del vento fino ad 80 Km/h.”

Durante l’ultimo inverno la basa è riuscita a rimanere autonoma per ben 136 giorni e la speranza dei ricercatori è che tutti continui a funzionare fino alla fine di tale periodo così da poter tornare a leggere tutti i dati senza buchi temporali. Ogni giorno la piattaforma fornisce un 1 GB di dati.

Giacomo Ampollini

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