Alcuni effetti del post sbornia sono più facili da affrontare e risolvere, come la disidratazione, la pigrizia e il classico mal di testa. Ma ci sono altri aspetti più difficili da affrontare, ovvero quelli emotivi. Come l’hangxiety, ovvero l’ansia che si prova a seguito di una sbornia, il cui nome è un gioco di parole, dove il vocabolo inglese anxiety viene modificato trasformando la a iniziale in hang- che indica la parola inglese hangover, ovvero sbornia. L’hangxiety è quindi l’ansia da sbornia.
Recenti studi hanno dimostrato che, questo particolare effetto del dopo sbornia, è più accentuato in alcuni tipi di personalità.
La particolare sensazione emotiva che si prova dopo una sbronza, è genericamente definita come angoscia, ma questo termine la definisce in modo troppo generico, per questo si è arrivati alla creazione del termine hangxiety, per distinguerla ed identificarla.
Questa sensazione è infatti, non una semplice angoscia, ma un misto di sensazioni negative, alimentate dai ricordi confusi della sbornia. Per alcune persone diventa un tarlo il cercare di analizzare gli eventi della sbornia e farsi domande del tipo: “Che cosa ho fatto ieri sera?”, “mi sarò reso ridicolo?”, “avrò offeso o fatto del male a qualcuno?”.
Mars Marsh, un ricercatore dell’unita di farmacologia dell’Università di Londra, ha effettuato uno studio per confermare l’esistenza dell’hangxiety, come fenomeno reale e ben distinto, che si manifesta in alcuni tipi di persone, piuttosto che in altri.
Lo studio di Marsh, eseguito in collaborazione con la psicofarmacologa Exter Celia Morgan, è stato eseguito su un campione di 97 individui. I risultati hanno evidenziato che le persone tendenzialmente più timide, soffrivano di stati di hangxiety molto più intensi rispetto agli altri.
I due ricercatori non hanno ancora fornito una spiegazione precisa a questa correlazione, per ora hanno solo formulato delle ipotesi al riguardo, basate sull’elaborazione post evento tipica delle persone timide.
Come spiega lo stesso Marsh ad Inverse: “Questa è una caratteristica dell’ansia sociale, che porta le persone a rimuginare a lungo sugli eventi sociali a cui hanno preso parte. Quasi sempre ripercorrono l’esperienza mentalmente, con un tipico pregiudizio negativo che deriva dall’essere timidi o socialmente ansiosi. E che li porta a pensare ‘Oh, non avrei dovuto dirlo’, o ‘Oh, questo mi ha fatto sembrare stupido’ “.
Questo tipo di persone, che già hanno questo tipo di pensieri nella vita di tutti i giorni, saranno quindi soggetti, secondo Marsh, ad attraversare degli stati di hangxiety più accentuati. Specialmente quando i ricordi relativi all’evento sono confusi o addirittura assenti, e la persona si ritrova nell’impossibilità di ricostruirli e di accertarsi di “non aver commesso sciocchezze”.
Aggiunge infatti Marsh che “Se sei una persona timida che tende a colmare queste lacune con pensieri negativi sulla propria persona, potresti soffirne di più [di hangxiety] poichè ci sono più lacune da colmare”.
Secondo Marsh gli effetti dei postumi della sbornia non sono presi nella dovuta considerazione. I loro effetti sull’emotività, come il loro impatto sociale, sono difficili da definire.
Lo studio di Marsh ha come scopo quello di indagare sul bilancio emotivo di una serata di bevute e di socializzazione nelle case dei partecipanti al progetto. I risultati hanno permesso di avere un quadro delle ragioni sociali che portano le persone a bere e di come gli stati d’ansia sopraggiungano il giorno dopo della sbornia. Marsh ha osservato che le persone più timide erano più propense a bere per superare l’ansia del momento, ma soffrivano di hangxiety significativamente peggiore il giorno dopo.
Marsh proseguirà il suo studio testando la sua teoria sull’elaborazione post-evento degli effetti dell’alcol, cercando di replicare tutti glia spetti, sociali e non, delle dinamiche che sono legate al consumo di alcol. L’obiettivo è quello di trovare una cura per i postumi da sbornia che consideri, oltre l’aspetto fisico, anche quello emotivo.
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