La JAXA (Japan Aerospace Exploration Agency) conferma il successo per la raccolta dei campioni sull’asteroide Ryugu da parte della sonda spaziale Hayabusa 2. L’agenzia inoltre rende noto che il gas presente nella capsula di rientro è prodotto dal materiale raccolto. Si tratta quindi del primo campione allo stato gassoso proveniente dallo spazio profondo mai portato sulla Terra.
A comunicare il successo della missione è stata la stessa agenzia spaziale giapponese con i suoi tweet del 14 dicembre. Nel post della JAXA si legge infatti “il contenitore dei campioni della capsula è stato aperto, e possiamo confermare che contiene al suo interno grani neri che pensiamo siano di Ryugu”.
La sonda Hayabusa 2 dopo aver raccolto i campioni, li aveva infatti inviati in una capsula che ha raggiunto la Terra lo scorso 5 dicembre. Il prezioso contenitore è stato dunque aperto nel centro della missione Hayabusa 2 e i ricercatori hanno confermato la presenza dei campioni e del gas al suo interno.
Il gas raccolto nella capsula proviene infatti dallo spazio profondo, come rivelano le analisi condotte con la spettrometria di massa, eseguite il 7 dicembre nella Quick Look Facility di Woomera, in Australia, e ripetuta nell’Extraterrestrial Sample Curation Center della JAXA, al Sagamihara Campus, dove il contenitore è stato aperto.
Le analisi sul gas confermano dunque che si tratta di gas spaziale, originatosi dal degassamento dei composti semi-volatili presenti sulla superficie dell’asteroide Ryugu. Un ulteriore conferma deriva anche dal fatto che risultati identici sono stati ottenuti da entrambe le analisi effettuate nei due diversi laboratori.
A proteggere il prezioso gas dalla contaminazione dell’atmosfera terrestre, il sigillo in alluminio che ha isolato la capsula dall’esterno. Il gas è intatto e non contaminato e la sua composizione è diversa da quella dell’atmosfera terrestre. I ricercatori possono dunque dichiarare che si tratta senza ombra di dubbio, del primo campione di gas proveniente dallo spazio, mai arrivato sulla Terra.
La capsula contenente i campioni è divisa in tre diverse camere stagne, isolate dall’esterno e dagli altri comparti. Nella prima capsula, quella che ha raccolto i detriti del primo touchdown, i ricercatori hanno trovato un numero sorprendentemente alto di particelle raccolte su Ryugu.
La seconda camera invece contiene campioni prelevati in un diverso punto sulla superficie dell’asteroide e che non sono mai stati in contatto con quelli prelevati nella prima raccolta. La terza camera è invece vuota. La JAXA infatti aveva deciso di non rischiare con il terzo touchdown.
Il team di Hayabusa procederà ora con la rimozione di tutti i campioni dalla capsula e la loro analisi. Saranno analizzate la composizione molecolare e isotopica del gas raccolto e dei campioni di roccia. Presto dunque potremmo svelare i segreti dell’asteroide Ryugu e, forse, aggiungere pezzi al puzzle della nascita della Terra e del Sistema Solare.
Ph. Credit: JAXA via Twitter
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