Ogni anno, circa 8000-12000 esemplari di megattere del Pacifico settentrionale visitano le acque poco profonde delle isole Hawaii per riprodursi. Durante questo periodo, i maschi maturi producono un’elaborata esibizione acustica nota come canto, che nel periodo compreso fra dicembre e aprile diventa la principale fonte di suono subacqueo nella zona. I canti delle megattere, tuttavia, non sono soltanto affascinanti, ma anche molto utili per studiare le variazioni della popolazione.
Nel 2015-16 nell’area si era registrata la presenza di un numero di balene insolitamente basso. Per scoprirne il motivo, i ricercatori della University of Hawaii di Manoa, in collaborazione con l’Hawaiian Islands Humpback National Marine Sanctuary, l’Oceanwide Science Institute e l’Oceanographic Institution Woods Hole, hanno analizzato il canto corale registrato attraverso il monitoraggio acustico passivo a lungo termine in sei siti al largo di Maui, prendendo in esame un campione della popolazione di megattere presente tra il settembre 2014 e il maggio 2019. I risultati sono apparsi sulla rivista Endangered Species Research.
Utilizzando registratori acustici ecologici autonomi, i ricercatori hanno calcolato il valore efficace della pressione sonora (RMS SPL), una metrica che misura la quantità media quotidiana di energia acustica, ovvero l’intensità del rumore del paesaggio sonoro. Nel corso della stagione, i livelli di RMS SPL rispecchiano i modelli migratori delle balene: aumentano da novembre a gennaio, quando le balene iniziano ad arrivare nelle acque circostanti l’arcipelago, con un picco a febbraio e marzo, per poi diminuire da aprile a maggio, quando le balene iniziano a migrare di nuovo verso le zone di alimentazione situate ad alte latitudini.
I ricercatori hanno confrontato le differenze complessive di questo modello e le medie mensili dei livelli di SPL RMS nel corso degli anni. Anke Kügler, dottoranda in Biologia marina, assistente di ricerca presso l’Hawaii Institute of Marine Biology e autrice principale dello studio, spiega che, tra le stagioni 2014-15 e 2017-18, gli scienziati hanno rilevato una continua diminuzione dei livelli complessivi dei canti durante i mesi di picco di febbraio e marzo, tra -3 e -9 dB a seconda della posizione, nel corso di questo quadriennio.
La studiosa aggiunge che soltanto nella stagione 2018-19 i livelli sono tornati ad aumentare, raggiungendo il picco massimo del 2015-16 e persino i livelli 2014-15 in alcuni siti. Infine, si è verificato uno spostamento del modello stagionale, con picchi che si sono spostati all’inizio e alla metà di febbraio da fine febbraio all’inizio di marzo. Nel complesso, i livelli dei canti erano significativamente più bassi durante il picco della stagione e le balene sembravano anticipare la partenza dalle isole rispetto al passato.
Ph. credits: Foto di Jay Culotta da Pixabay
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