Da 4 milioni a 10.000 anni fa, sulla Terra viveva uno dei più grandi animali terrestri che popolavano il nostro Pianeta, il mastodonte. Questi animali, appartenenti al genere Mammut e alla famiglia dei Mammutidae. I mastodonti non vanno però confusi con quelli che conosciamo come mammuth, che appartengono invece alla famiglia degli Eliphantidae.
I mastodonti vivevano nella parte orientale del Nord America. Il nome scientifico della specie è infatti Mammut americanum. Si estinsero assieme agli altri grandi animali del Pleistocene come i mammuth, i bradipi giganti e le tigri dai denti a sciabola.
Circa 800.000 anni fa la Terra attraversò un periodo di continui cambiamenti climatici in cui periodi glaciali freddi si alternavano a periodi interglaciali più caldi. Nei periodi più miti le calotte polari si ritiravano, lasciando il passo a boschi e zone umide. In un nuovo studio, un team di ricercatori guidati da Hendrik Poinar, genetista evoluzionista e direttore del Centro DNA antico della McMaster University in Ontario, hanno condotto uno studio su come i mastodonti risposero a questi continui cambiamenti del clima.
Secondo quanto affermato dallo stesso Poinar, i mastodonti furono spinti dal cambiamento del clima a continue migrazioni attraverso il continente, spostandosi a nord nei periodi interglaciali e riscendendo a sud nei periodi più freddi, spinti dall’avanzamento del ghiaccio. A differenza dei mammuth che preferiscono habitat più freddi, i mastodonti prediligevano invece boschi e praterie. Questo li ha dunque portati a cercare questo tipo di habitat migrando dal Messico fino in Alaska, Yukon e Nuova Scozia. Secondo i ricercatori, alcuni gruppi di mastodonti migrati a nord si sarebbero estinti con l’arrivo del freddo e del ghiaccio, mentre un gruppo di loro deve essere di nuovo tornato verso sud.
Per giungere a queste conclusioni, i ricercatori hanno analizzato il DNA estratto dai denti e dalle ossa fossili di 33 esemplari di mastodonte. Queste analisi hanno rivelato che si trattava di cinque diversi gruppi di mastodonti. Due di questi gruppi provenivano dalla Beringia orientale ed erano gruppi migrati in questi luoghi duranti i caldi periodi interglaciali. In questi gruppi si è notata una bassa variabilità genetica che li ha probabilmente resi vulnerabili ai successivi cambiamenti del clima.
Secondo i ricercatori dunque, una combinazione tra competizione per il cibo, cambiamenti climatici e scarsa variabilità genetica, deve aver portato alla loro estinzione. La scomparsa dei mastodonti, e di altri grandi animali del Pleistocene, potrebbe dunque essere un processo un po’ più complesso e forse avvenuto in modo più graduale di quanto si pensasse.
I risultati di questo studio e la risposta che gli animali hanno avuto ai cambiamenti climatici, potrebbe essere di grande importanza anche nella attuale situazione climatica della Terra.
Come afferma infatti Ross MacPhee, coautore dello studio e curatore senior del dipartimento dei mammiferi dell’American Museum of National History: “oggi si potrebbe pensare che sia bello vedere animali come gli orsi bruni nel Canada settentrionale e nelle isole artiche, ben oltre la loro portata storica. Ovviamente traggono un beneficio, proprio come fecero i mastodonti un tempo, dal cambiamento climatico naturale. Ma questo beneficio può essere molto limitato. È importante rendersi conto che ciò che potremmo pensare sia un cambiamento positivo a certi livelli per una specie, potrebbe non esserlo per altre specie.”
Comprendere dunque in che modo il clima abbia influito sull’estinzione e sul comportamento di antichi animali preistorici, potrebbe aiutarci a capire che cosa succederà in futuro alle specie che attualmente popolano la Terra, a causa dei cambiamenti climatici.
Immagini: Wikizionario
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