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I nostri vestiti ci daranno energia in futuro, letteralmente!

I ricercatori dei laboratori federali svizzeri di scienza e tecnologia dei materiali (EMPA), sviluppato un materiale in grado di funzionare come un concentratore solare luminescente di energia applicabile anche ai tessuti. Questo significa che presto i nostri vestiti saranno in rado di produrre energia elettrica, che potremmo utilizzare ad esempio per caricare i nostri devices portatili.

Tutti i nostri piccoli devices elettronici, lo smartphone ed il tablet, si scaricano ad un certo punto della nostra frenetica giornata e dopo un uso intenso. Ma noi dobbiamo ancora mandare quella mail, o vogliamo leggere il kindle tornando a casa in metro. Ecco quindi che iniziamo a munirci di power bank e dispositivi per la ricarica portatile, bene in futuro potremmo non averne più bisogno e saranno i nostri vestiti a fornire l’energia necessaria per caricarli.

 

Uno speciale polimero nei nostri vestiti, sarà in grado di fargli produrre energia

Questo avverrà grazie ad un nuovo polimero che può essere applicato su fibre tessili, giacche, magliette e simili potrebbero funzionare come collettore solare, immagazzinando l’energia solare e trasformandola in una fonte di energia mobile.

Gli attuali “concentratori solari luminescenti”, o LSC, catturano la luce ambientale diffusa e trasmettono la sua energia alla cella solare effettiva, che converte la luce in energia elettrica. Sfortunatamente gli LSC sono anche dei componenti rigidi e non sono adatti per l’uso nei tessuti perché non sono né flessibili né permeabili all’aria e al vapore acqueo.

Ma un team di ricerca interdisciplinare guidato da Luciano Boesel del Laboratory for Biomimetic Membranes and Textiles, potrebbe aver trovato la soluzione, incorporando molti di questi materiali luminescenti in un polimero che fornisce proprio questa flessibilità e permeabilità all’aria.

Questo nuovo polimero si basa sull’Amphiphilic Polymer Co-Networks, o in breve APCN, utilizzato per le lenti a contatto. Come ha spiegato Boesel, “il motivo per cui abbiamo scelto esattamente questo polimero è il fatto che siamo in grado di incorporare due materiali luminescenti immiscibili su nanoscala e lasciarli interagire tra loro. Ci sono, ovviamente, altri polimeri, in cui questi materiali potrebbero essere integrati; ma questo porterebbe all’aggregazione e la produzione di energia non sarebbe quindi possibile “.

Questi nuovi concentratori solari possono essere applicati alle fibre tessili senza che il tessuto diventi fragile o suscettibile di screpolature o accumulo di vapore acqueo sotto forma di sudore. I concentratori solari indossati sul corpo offrono un immenso vantaggio per la sempre crescente domanda di energia, soprattutto per i dispositivi portatili.

Foto di StockSnap da Pixabay

Valeria Magliani

Instancabile giramondo, appassionata di viaggi, di scoperte e di scienza, ho iniziato l'attività di web-writer perché desideravo essere parte di quel meccanismo che diffonde curiosità e conoscenza. Dobbiamo conoscere, sapere, scoprire e viaggiare, il più possibile. Avremo così una vita migliore, in un mondo migliore.

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