Dalla luna di Giove, Europa, si potrebbero innalzare dei pennacchi di vapore acqueo che probabilmente provengono dall’interno della crosta ghiacciata sulla sua superficie. Questo è ciò che emerge da una nuova ricerca in cui è stato delineato un modello simulato che delinea il processo dell’acqua salata che si muove all’interno di Europa e che potrebbero dar vita a queste emissioni di vapore.
I ricercatori ritengono che queste emissioni di vapore potrebbero essere un buon modo per studiare quest’affascinante luna ghiacciata di Giove. La loro emissione nello spazio infatti potrebbero essere persino osservati da eventuali veicoli spaziali. Rappresenterebbero dunque un ottimo indicatore per reperire informazioni sull’attività e la composizione del guscio di ghiaccio che copre l’oceano interno di Europa e possono aiutare a determinare se l’oceano contiene gli ingredienti necessari per la nascita della vita.
Secondo questo studio, i pennacchi potrebbero essere originati da sacche d’acqua direttamente intrappolate nella crosta ghiacciata di Europa, piuttosto che dall’oceano sotto di essa. Si tratta di un aspetto fondamentale per la ricerca della vita su Europa. L’acqua della crosta di ghiaccio infatti è considerata meno adatta allo sviluppo della vita, in quanto priva dell’energia necessari. Energia che invece nel suo oceano sotterraneo potrebbe
L’autore principale Gregor Steinbrügge, ricercatore post-dottorato presso la Stanford’s School of Earth and Energy afferma che “capire da dove provengono questi pennacchi d’acqua è molto importante per sapere se i futuri esploratori di Europa avranno la possibilità di rilevare effettivamente la vita senza sondare l’oceano di Europa”.
Utilizzando le immagini raccolte dalla sonda Galileo della NASA, il team di scienziati ha sviluppato un modello per mostrare come una combinazione di congelamento e pressurizzazione possa portare a un’eruzione crio-vulcanica o un’esplosione di acqua gelida.
Le loro analisi si sono concentrate su un cratere di 29 chilometri di diametro, chiamato Manannán, creato dall’impatto con un altro oggetto celeste decine di milioni di anni fa. I ricercatori hanno supposto che una tale collisione avrebbe generato un calore tremendo ed hanno quindi modellato il modo in cui il ghiaccio sciolto e il successivo congelamento della sacca d’acqua all’interno del guscio ghiacciato avrebbero potuto pressurizzarlo e causare l’eruzione dell’acqua.
Il coautore dello studio, Don Blankenship, ricercatore senior presso l’Università del Texas Institute for Geophysics (UTIG) e ricercatore principale dello strumento radar REASON (Radar for Europa Assessment and Sounding: Ocean to Near-surface) ritiene che questo “modello fa previsioni specifiche che possiamo testare utilizzando i dati del radar e altri strumenti su Europa Clipper“.
Europa Clipper sarà una missione NASA che punta a determinare se questa luna lontana presenta le condizioni favorevoli alla vita, conducendo il primo studio dedicato e dettagliato di un mondo oceanico oltre la Terra. L’obiettivo della spedizione è esplorare Europa per indagare sulla sua abitabilità. La sonda non cercherà però la vita in se stessa, ma cercherà invece di rispondere a domande specifiche sull’oceano, il guscio di ghiaccio, la composizione e la geologia della luna di Giove.
Il modello indica che, poiché l’acqua di Europa si è parzialmente congelata in seguito all’impatto, potrebbero essersi create sacche d’acqua sulla superficie. Queste sacche di acqua salata possono spostarsi lateralmente attraverso la crosta ghiacciata di Europa sciogliendo regioni adiacenti di ghiaccio e di conseguenza diventando ancora più salate.
Nel modello è stata simulata l’evoluzione di una sacca di acqua salata che si è spostata sino a raggiungere il centro del cratere di Manannán, dove si è bloccata e ha iniziato a congelarsi, generando una pressione che alla fine ha provocato un pennacchio di vapore, di un’altezza stimata pari a 1,6 chilometri.
Le tracce dell’eruzione di questo pennacchio sarebbero un caratteristico segno a forma di ragno sulla superficie di Europa, come quella osservata dalle immagini di Galileo e incorporata nel modello dei ricercatori.
“Anche se i pennacchi generati dalla migrazione delle sacche di acqua salata non forniscono una visione diretta dell’oceano di Europa, i nostri risultati suggeriscono che lo stesso guscio di ghiaccio di Europa è molto dinamico“, ha dichiarato la co-autrice Joana Voigt, assistente ricercatrice dell’Università dell’Arizona.
Le dimensioni relativamente piccole del pennacchio che si verrebbe a creare dal cratere Manannán indicano che i crateri da impatto probabilmente non possono spiegare la fonte di altri pennacchi più grandi su Europa che sono stati ipotizzati sulla base dei dati di Galileo e del telescopio spaziale Hubble. Tuttavia il processo modellato per l’eruzione di Manannán potrebbe accadere su altri corpi ghiacciati, anche senza un evento di impatto.
Ph. Credit: NASA / JPL / Caltech / Justice Wainwright
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