Gli astronomi si lamentano dei primi 60 satelliti lanciati da Space X. Visibili al telescopio, generano inquinamento luminoso che ostacola l’osservazione di informazioni preziose. L’aumento del numero di detriti spaziali non sarà l’unica conseguenza negativa delle costellazioni giganti di satelliti, il cui scopo è quello di offrire una connessione a Internet. La comunità scientifica è stata in subbuglio da quando gli astronomi hanno visto il loro lavoro interrotto dai primi 60 satelliti Starlink.
A seconda della loro posizione e quando sono illuminati dal Sole, diventano visibili al telescopio e, persino, al semplice binocolo. Sono stati visti più volte, ostruendo lo spazio con i loro percorsi luminosi e rendendo difficili le osservazioni.
Subito dopo il tramonto o la mattina presto, i satelliti possono essere colpiti dalla luce solare e diventare visibili per sofisticati telescopi astronomici ma anche da normali binocoli amatoriali, come spiegato da Cees Bassa, del Istituto olandese di radioastronomia: “Sono abbastanza grandi da poter essere illuminati dal Sole quando sono abbastanza luminosi da poterli individuare con un normale binocolo o uno strumento più potente“.
Il peggio deve ancora arrivare poiché Starlink dovrebbe avere 42.000 satelliti non geostazionari in orbita terrestre bassa. Saranno quindi più numerosi del numero di stelle visibili ad occhio nudo. Sono previste altre importanti costellazioni, a partire da OneWeb o dal progetto Kuiper di Amazon.
Il numero di satelliti sopra le nostre teste è aumentato costantemente nel corso degli anni. Secondo i dati compilati dall’astrofisico Jonathan McDowell, 2.181 satelliti attivi stanno attualmente circondando la Terra, più del doppio rispetto al 2010 quando c’erano 997 satelliti. Questo numero aumenterà sapendo che SpaceX non è l’unica compagnia spaziale a voler creare una mega-costellazione di satelliti negli anni a venire. Anche Amazon, OneWeb e TeleSat stanno lavorando a progetti simili.
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