Foto di Artem Kovalev su Unsplash
Un recente studio clinico ha sollevato nuove domande sull’efficacia dell’Ibudilast, un farmaco sperimentale studiato per trattare il disturbo da uso di alcol. I risultati hanno mostrato che, in generale, il farmaco non ha superato l’efficacia del placebo nella popolazione totale. Tuttavia, un dato inaspettato ha attirato l’attenzione dei ricercatori: tra le donne, Ibudilast ha mostrato effetti promettenti.
Ibudilast è un farmaco antinfiammatorio originariamente sviluppato in Giappone per trattare l’asma e altre condizioni neurologiche. Negli ultimi anni, è stato oggetto di studio per la sua potenziale capacità di ridurre il desiderio di alcol, grazie alla sua azione sul sistema nervoso centrale e sulla neuroinfiammazione, un meccanismo che si ritiene coinvolto nella dipendenza.
Lo studio, condotto su un campione di adulti con diagnosi di disturbo da uso di alcol, ha confrontato gli effetti dell’Ibudilast con quelli di un placebo nell’arco di diverse settimane. I partecipanti hanno ricevuto supporto psicologico standard, mentre una parte ha assunto il farmaco e l’altra il placebo, in modo casuale e in doppio cieco.
I risultati aggregati hanno mostrato che Ibudilast non ha portato a una riduzione significativa del consumo di alcol rispetto al placebo nel gruppo generale. Una notizia deludente per chi sperava in una nuova opzione terapeutica. Tuttavia, l’analisi dei sottogruppi ha rivelato un effetto significativo tra le partecipanti donne, che hanno riportato una riduzione del desiderio di bere e del consumo effettivo.
Questo dato ha sorpreso gli stessi ricercatori, che ora ipotizzano che differenze biologiche e ormonali tra uomini e donne possano influenzare la risposta al trattamento. Studi precedenti avevano già suggerito che il cervello femminile risponde in modo diverso alle terapie per la dipendenza, ma questa è una delle prime conferme cliniche in ambito farmacologico.
Gli esperti sottolineano che si tratta ancora di risultati preliminari. Il campione femminile dello studio era limitato e saranno necessari ulteriori studi mirati per confermare l’efficacia dell’Ibudilast nelle donne. Ma la scoperta apre la strada a un approccio più personalizzato nel trattamento dell’alcolismo, tenendo conto del genere come variabile rilevante.
Attualmente, le opzioni farmacologiche per il trattamento dell’alcolismo sono poche e con efficacia variabile. Se confermato, l’Ibudilast potrebbe diventare una risorsa importante, almeno per una parte dei pazienti. La medicina di precisione, che adatta le cure alle caratteristiche individuali, potrebbe trovare qui un nuovo alleato.
Nel frattempo, i ricercatori invitano a non trarre conclusioni affrettate. Ma il messaggio è chiaro: per combattere efficacemente l’alcolismo, servono più strumenti, più ricerca e un’attenzione crescente alle differenze individuali, comprese quelle di genere.
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