Nel 2017, gli astrofisici dell’Agenzia Spaziale Europea hanno notato qualcosa di inquietante tra i dati satellitari raccolti dalla missione Copernicus: un iceberg delle dimensioni di Las Vegas si stava staccando dal ghiacciaio di Pine Island, nell’Antartide occidentale. Nel corso dell’ultimo anno, l’ESA ha infatti costantemente monitorato la lenta frammentazione dell’iceberg e in un nuovo video “time-lapse”, l’agenzia mostra che l’iceberg non ha solo modificato la conformazione della costa antartica, ma ha anche generato nuovi iceberg.
L’enorme iceberg, conosciuto anche come PIG, è stato notato durante la missione del satellite Copernicus dell’ESA, che ha per prima posto l’attenzione sulle numerose crepe nel ghiacciaio di Pine Island utilizzando una serie di 57 immagini radar catturate dai due satelliti della missione da febbraio 2019 a febbraio 2020. L’ultimo fotogramma è stato scattato proprio questa settimana, lunedì 10 febbraio. Il video time-lapse mostra il grande iceberg che si separa lentamente dal ghiacciaio prima di frantumarsi in piccoli isolotti ghiacciati che galleggiano sull’acqua.
L’iceberg, che ha una superficie di 300 chilometri quadrati, si è staccato dal ghiacciaio durante il fine settimana, tra l’8 e il 9 febbraio. Si tratta peraltro solo dell’ultimo evento di “frammentazione” per questo ghiacciaio, che si sta restringendo a ritmi sempre più serrati. Il ghiacciaio Pine Island si trova a circa 2.000 chilometri dalla punta del Sud America e sebbene sia piuttosto isolato, PIG e il suo ghiacciaio gemello, Thwaites, sono due dei percorsi principali che il ghiaccio sfrutta per entrare nel Mare di Amundsen, dalla calotta glaciale dell’Antartico occidentale.
Il video evidenzia in particolare la rapidità con cui l’iceberg si è staccato, prima di separarsi completamente dal ghiacciaio. “I satelliti Copernicus e Sentinel-1 hanno creato una sorta di osservatorio privilegiato attraverso il quale tutto il mondo può assistere ad eventi come questo, nonostante si verifichino in regioni molto remote del mondo“, ha detto Mark Drinkwater, capo della Divisione Scienze della Terra dell’ESA, in una dichiarazione. “Ciò che è inquietante è che il flusso di dati giornaliero rivela il ritmo drammatico con cui il clima sta ridefinendo il volto dell’Antartide“.
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